Questa è una settimana chiave per l'Ucraina (anzi, per l'Europa intera)
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Questa è una settimana chiave per l'Ucraina (anzi, per l'Europa intera)

Nel Donbass la tensione resta alta. Kiev esclude imminente invasione. Atteso giovedì il vertice Blinken-Lavrov

Questa è una settimana chiave per l'Ucraina (anzi, per l'Europa intera)
Soldato, Russia
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21 Febbraio 2022 - 09.54


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La crisi tra Ucraina e Russia è giunta ad un punto di non ritorno: questa sarà la settimana chiave. Emmanuel Macron ha parlato ancora per un’ora con Vladimir Putin domenica sera, per la seconda volta della giornata. Il nuovo confronto è arrivato dopo aver parlato con il presidente americano Joe Biden, come ha reso noto l’Eliseo. Il presidente francese aveva già discusso nel pomeriggio per quasi due ore con il suo omologo russo, nell’ambito di una serie di discussioni tra capi di Stato per cercare di evitare un conflitto armato nell’est dell’Ucraina.

Macron potrebbe avere presto colloqui con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il primo ministro britannico, Boris Johnson, e con “altri stretti alleati”. Sono già confermate per le “prossime ore” conversazioni telefoniche di Macron con il presidente Usa, Joe Biden, e il cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

Dal canto suo, ha riferito dalla Casa Bianca, Biden incontrerà il suo omologo russo, Vladimir Putin, “se non è avvenuta un’invasione”. Il presidente inoltre intende discutere della crisi Ucraina-Russia nel prossimo G7 virtuale in programma giovedì 24 febbraio. “Biden – ha spiegato la portavoce Jen Psaki – prenderà parte a una riunione virtuale con i leader del G7 per discutere della situazione riguardante Russia e Ucraina”. In particolare, il segretario di Stato degli Stati Uniti, Antony Blinken, e il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, avranno un confronto giovedì. Secondo l’Eliseo, Macron lavorerà anche “con tutte le parti coinvolte” per preparare il confronto sulla crisi ucraina.

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Intanto domenica Biden, ha convocato il Consiglio di sicurezza nazionale per discutere della crisi in Ucraina, mentre aumentano le indicazioni secondo le quali la Russia ha deciso di invadere l’Ucraina. Gli Stati Uniti, secondo un giornalista della Cbs specializzato in sicurezza nazionale, hanno informazioni di intelligence secondo le quali i comandanti russi hanno ricevuto l’ordine di procedere all’invasione. Inoltre, secondo l’ultima valutazione dell’intelligence statunitense rivelata dalla Cnn, la Russia ora ha quasi il 75% delle sue forze convenzionali schierate contro l’Ucraina. Funzionari statunitensi hanno riferito che le truppe russe combinate con le forze separatiste potrebbero arrivare a dispiegare in Ucraina fino a 190.000 elementi.

Tuttavia, ha affermato il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, finché non esiste una “forza d’attacco” delle truppe russe in alcuna città, è inappropriato dire che l’attacco avverrà domani o dopodomani. “Questo non significa che non vi sia alcuna minaccia. Voglio ricordare ai nostri partner che la minaccia esiste dal 2013”, ha detto il ministro al canale TV 1+1.

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Minsk, il ritiro dei russi dipende anche dal ritiro dell’Occidente
Il ritiro delle truppe russe dalla Bielorussia, dove resteranno oltre la data del 20 febbraio prevista come termine delle esercitazioni militari congiunte, “dipende in gran parte anche dai nostri colleghi occidentali” che dovranno a loro volta allontanare le loro forze. Lo ha riferito, durante un briefing con la stampa, il capo di stato maggiore di Minsk, il generale Viktor Gulevich.

“Le forze e le attrezzature schierate nella regione dell’Europa dell’Est, comprese quelle nei pressi del confine bielorusso, sono uno dei fattori che influenzano gli sviluppi”, ha affermato Gulevich, “quindi la Repubblica di Bielorussia ha il diritto di chiedere ai contingenti degli Stati Uniti e di certi Stati membri della Nato di ritirarsi dai confini della Bielorussia e dello Stato dell’Unione e che il processo di ritiro sia verificato”.

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