Ricciardi sulla pandemia: "Gennaio mi preoccupa, dobbiamo sbrigarci con la terza dose"
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Ricciardi sulla pandemia: "Gennaio mi preoccupa, dobbiamo sbrigarci con la terza dose"

"Le misure prese dal nostro Paese, dal Super Green Pass alla chiusura dei voli, alla velocizzazione della terza dose, consentono di limitare e rimandare il problema, nella speranza di superare l’inverno senza danni e arrivare a primavera”

Ricciardi sulla pandemia: "Gennaio mi preoccupa, dobbiamo sbrigarci con la terza dose"
Walter Ricciardi
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13 Dicembre 2021 - 09.35


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Il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi commenta l’attuale situazione della pandemia, con una situazione ancora non grave ma in peggioramento, soprattutto in vista della nuova variante Omicron.

“L’inverno sarà durissimo”.

Per questo ad una domanda sulla necessità di estendere lo stato di emergenza dopo il 31 dicembre, risponde: “dal punto di vista sanitario, assolutamente sì”. Secondo Ricciardi, inoltre, “bisognerà prendere decisioni finalizzate al contenimento del virus” a partire da “maggiori controlli” sul Super green pass.

“Non basta fare le norme, bisogna applicarle. Molti ristoranti non controllano gli accessi e a gennaio non ce lo potremo permettere”.

“Gennaio preoccupa molto”, prosegue l’esperto, per il quale le misure prese e l’alto numero di vaccinati “fanno sì che l’incremento dei casi sia lineare e non esponenziale”. L’Italia è dunque più al sicuro del Regno Unito, che Ricciardi prevede “a gennaio avrà bisogno di un altro lockdown a causa della combinazione tra Delta e Omicron”.

Le misure prese invece dal nostro Paese, dal Super Green Pass alla chiusura dei voli, alla velocizzazione della terza dose, “consentono di limitare e rimandare il problema, nella speranza di superare l’inverno senza danni e arrivare a primavera”.

Per le scuole “la vera risposta è vaccinare tutti, ma va pure rinforzato il sistema di test e tracciamento delle Asl che lavorano con poco personale e attrezzature”. La strategia migliore per le scuole sono “test salivari antigenici frequenti oppure test molecolari mirati subito dopo il primo caso. L’isolamento va in base al livello di contagio della classe”.

“Ci siamo abituati a cento morti al giorno, che si potrebbero evitare se tutti si vaccinassero”, dichiara il docente universitario, per il quale al momento l’obbligo vaccinale generalizzato “non è indispensabile” in Italia, tenuto conto dell’attuale situazione epidemiologica, “mentre lo sarebbe – prosegue il consulente di Speranza – nei Paesi dell’Est, in Russia e in Gran Bretagna”.

Il vaccino per i bambini rischia un’adesione limitata? “Non c’è ragione per non farlo”, risponde Ricciardi, per cui “bisogna puntare al 90 per cento di vaccinati per la protezione che garantisce a bambini, scuola e famiglia”.

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