Un tempo erano quelli di “Roma ladrona” e se ne vantavano, oggi sono ammaliati tutto d’un tratto dei palazzi della politica della capitale, come fa notare anche il sindaco di Firenze Nardella, attaccato al centrodestra, in difficoltà nella scelta dei candidati per le grandi città.
“In un Paese normale Salvini si candiderebbe a Milano e Giorgia Meloni, che è tanto orgogliosa della sua romanità, si metterebbe a disposizione dei romani candidandosi nella capitale. Invece vedo che nel centrodestra c’è il fuggi fuggi: preferiscono tutti la comfort zone della politica nazionale, dei palazzi romani” e non “misurarsi con il difficile compito di governare le grandi città del Paese”.
Di contro, sottolinea, il centrosinistra e l’alleanza Pd-M5s
“ha preso sul serio la sfida delle città: tanto è vero che ha schierato ministri o ex ministri. A Napoli, ad esempio, si parla o dell’attuale presidente della Camera Fico, del ministro in carica Amendola o dell’ex ministro Manfredi. A Roma schieriamo come Pd Gualtieri, ministro di punta del governo precedente”.
Nardella, infine, si sofferma proprio sull’asse tra Pd e 5 Stelle, sfumato in città come Roma o Torino.
Quello in corso, osserva, “è un dialogo molto più recente rispetto a quello del centrodestra, che è molto più consolidato. Su questo ho avuto anche modo di parlarne direttamente con il ministro Di Maio: dove ci sono stati anni di contrapposizione, penso a Roma o Torino, è difficile ricostruire alleanze nel giro di poco tempo. Però è chiaro che questo dialogo è utile: va costruito su temi concreti e su argomenti e politiche verificabili”.