Lopalco: "Speriamo di poter abolire la divisione in fasce dopo Natale"
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Lopalco: "Speriamo di poter abolire la divisione in fasce dopo Natale"

“Chi mi conosce sa – ha chiarito Lopalco -  che non ho mai plaudito la scelta di dividere la regioni italiane in fasce di rischio, per diversi motivi"

Pierluigi Lopalco
Pierluigi Lopalco
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8 Dicembre 2020 - 18.52


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L’epidemiologo e assessore regionale alla sanità della Puglia Pierluigi Lopalco ha spiegato in un post sui social il contenuto dell’ordinanza firmata da Michele Emiliano: “Nelle province di Foggia e Barletta-Andria-Trani, (che mostravano nel loro complesso per i 21 indicatori una situazione prossima alla fascia arancione), abbiamo selezionato quei comuni la cui incidenza era 1,3 volte maggiore rispetto alla media regionale. Per il resto dei comuni che cadevano in province spiccatamente ‘gialle’, abbiamo selezionato quelli (Altamura e Gravina, ndr) che avevano un’incidenza 2 volte maggiore quella regionale”.
“Purtroppo i famosi 21 indicatori non possono essere calcolati su base comunale e, per operare una distinzione su base comunale, abbiamo applicato un semplice parametro, ovvero il rapporto fra incidenza nel Comune (casi/popolazione) ed incidenza media regionale”. Il provvedimento inserisce – da oggi e fino al 14 dicembre – 20 comuni pugliesi distribuiti in 3 province (Foggia, Bat e Bari) in fascia arancione. Il resto della regione è invece in zona gialla.

“Chi mi conosce sa – ha chiarito Lopalco –  che non ho mai plaudito la scelta di dividere la regioni italiane in fasce di rischio, per diversi motivi. Primo, tutto il Paese è in piena seconda ondata pandemica e le differenze fra regioni sono principalmente legate a una non perfetta sincronia; per esempio l’ondata in Puglia è partita dopo e con ogni probabilità terminerà dopo.

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Secondo, il sistema dei famosi 21 indicatori non tanto si adatta a essere la base di una decisione politica su chiusure e limitazione di movimenti. Terzo, ma non ultimo, la comunicazione intorno al sistema dei colori non è stata felice per cui la traduzione del colore in italiano corrente è stata la seguente: rosso significa ‘iniziamo a preoccuparci’, arancione cioè ‘il problema è la mancanza di posti letto’, giallo equivale a ‘liberi tutti'”. “Un altro limite del semaforo della pandemia è che rispetta (necessariamente) i confini amministrativi regionali. I virus, però, i confini non li vedono nemmeno. E comunque non vedono i colori”, prosegue.

E poi ha spiegato: “La Puglia è stretta e lunga. Dal Gargano al Salento le differenze demografiche, economiche, strutturali sono davvero importanti e molte di queste rappresentano importanti determinanti per la diffusione virale. Chi conosce i dati nel dettaglio capisce immediatamente come una classificazione su base regionale in un tono unico di colore è molto limitante. Se fasce di colore devono essere, a quel punto bisogna essere precisi”.

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Da qui ne è derivata “la decisione, in accordo con sindaci e presidenti di Provincia, e dopo aver sentito il Ministro della Salute, di applicare misure da fascia arancione ad un gruppo di comuni che di giallo avevano poco”. “Giusto? Sbagliato? Non saprei – ha risposto Lopalco -, ma almeno è stato un criterio oggettivo e condiviso”. “Resta il fatto che – personalmente – spero vivamente che il sistema del semaforo dopo la pausa natalizia venga messo in soffitta. Il virus è daltonico, ricordiamocelo”, ha concluso l’assessore regionale.

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