Fino a quando saranno tollerati i crimini di guerra di Netanyahu?
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Fino a quando saranno tollerati i crimini di guerra di Netanyahu?

La frattura tra nord e sud del mondo (schematizzando) apertasi con la guerra in Ucraina e approfondita con quanto sta succedendo tra Israele e Palestina sta diventando insanabile

Fino a quando saranno tollerati i crimini di guerra di Netanyahu?
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Giuliana Sgrena Modifica articolo

22 Ottobre 2023 - 18.34


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La frattura tra nord e sud del mondo (schematizzando) apertasi con la guerra in Ucraina e approfondita con quanto sta succedendo tra Israele e Palestina sta diventando insanabile. Un esempio, peraltro scontato, lo abbiamo visto sabato al vertice del Cairo, chi parlava di un incontro per la pace evidentemente non conosceva la situazione e comunque la frattura fra occidente e paesi arabi ha impedito qualsiasi dichiarazione condivisa. 

Il mio pessimismo comunque non deriva solo e tanto dalle dichiarazioni ufficiali – siamo abituati ai compromessi nelle alte sfere – ma dai sentimenti lacerati e frustrati di intellettuali arabi che, di fronte al sempre più evidente utilizzo di due pesi e due misure dell’occidente quando si tratta di valutare il rispetto dei diritti umani e del diritto internazionale in generale, si schierano decisamente contro le condanne di Hamas giustificate dall’oppressione e repressione israeliana che dura da 75 anni.

Contro l’occidente e contro l’appoggio incondizionato a Israele, anche di chi poi ipocritamente riconosce il diritto dei palestinesi ad avere un proprio stato. Quale stato se già gli Usa insieme a Israele stanno pensando a chi governerà Gaza dopo che sarà eliminato Hamas e per eliminarlo sarà decimata la popolazione della striscia e anche una parte di quel che resta della Cisgiordania quasi interamente colonizzata dagli insediamenti. 

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Parlare di due stati per due popoli, dopo trent’anni di illusioni al popolo palestinese è una vergognosa ipocrisia: è la realtà e la suddivisione geografica a rendere impossibile la costruzione dello stato palestinese in un territorio occupato da sette/ottocentomila coloni. 

Se le divergenze con l’occidente sull’Ucraina erano determinate più da questioni economiche e geostrategiche con il conflitto israelo-palestinese entrano in gioco anche fattori emotivi e, soprattutto, il sud non è disposto a pagare i sensi di colpa per l’olocausto nei confronti di Israele. 

Le ragioni del «sud» sono motivate: dopo che Joe Biden a Tel Aviv aveva chiesto a Israele di autorizzare un «limitato aiuto umanitario a Gaza» gli Stati uniti al Consiglio di sicurezza hanno posto il veto a una risoluzione presentata dal Brasile che condannava la violenza contro i civili, compresi gli «odiosi attacchi terroristi di Hamas», e chiedeva una «pausa umanitaria». Hanno votato a favore: Albania, Brasile, Cina, Ecuador, Francia, Gabon, Ghana, Giappone, Malta, Mozambico, Svizzera, Emirati; contro: Usa; astenuti: Russia e Regno Unito. Questa era la seconda mozione respinta dal Consiglio di sicurezza, la prima presentata dalla Russia chiedeva «un cessate il fuoco immediato, un «accesso umanitario a Gaza senza ostacoli» e una condanna per l’uccisione di civili sia israeliani che palestinesi, ma non citava Hamas.

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Da notare che la Francia ha votato a favore della risoluzione brasiliana, considerato «un buon testo» dal rappresentante all’Onu Nicolas de Rivière, che si è dispiaciuto per la non approvazione.    

Rispetto al conflitto russo-ucraino dove i paesi europei si presentano tutti a favore dell’Ucraina senza se e senza ma, l’eccesso di zelo a favore di Israele manifestato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, criticato esplicitamente dal premier irlandese Leo Varadkar, ha creato malessere tra i 27 paesi dell’Unione. Comunque finora le diverse posizioni rispetto ai palestinesi non si sono tradotte in azioni concrete, fino a quando saranno tollerati i crimini di guerra di Netanyahu?

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