Israele risponde a Lavrov: "Dire che Hitler era ebreo è imperdonabile, sarà convocato per le scuse"
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Israele risponde a Lavrov: "Dire che Hitler era ebreo è imperdonabile, sarà convocato per le scuse"

Il ministero degli Esteri israeliano, Yair Lapid, ha convocato l'ambasciatore russo in Israele: "C'è davvero da rammaricarsi che il ministro degli Esteri della Russia partecipi a questo happening antisemita"

Israele risponde a Lavrov: "Dire che Hitler era ebreo è imperdonabile, sarà convocato per le scuse"
Yair Lapid
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2 Maggio 2022 - 09.53


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Scoppia il caso diplomatico tra la Russia ed Israle, a fronte delle dichiarazioni del ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, che ha rilasciato una lunga intervista alla trasmissione “Zona Bianca”, su Rete4, la prima a una tv europea. Il ministro ha negato i crimini di guerra ed è tornato ad attaccare Zelensky, definito “filo-nazista”. “Che il presidente Volodymyr Zelensky sia ebreo non ha alcun significato. Secondo me anche Hitler aveva origini ebraiche“.

Ha risposto così alla domanda se non ritenga paradossale accusare il presidente ucraino di essere a capo di un Paese che, secondo le affermazioni di Mosca, deve essere “denazificato”. Lavrov ha ribadito le accuse a Kiev di servirsi di forze “neonaziste” come il battaglione Azov. “Gente – ha affermato – che ha tatuata sulla pelle la svastica, che legge e approva il Mein Kampf”.

Non si è fatta attendere su queste affermazioni la replica di Dani Dayan, presidente di Yad Vashem, il Museo della Memoria di Gerusalemme, che le ha definite “degne di ogni condanna”. Definendo le dichiarazioni su Hitler “false, deliranti e pericolose”.

Il ministero degli Esteri israeliano ha convocato l’ambasciatore russo in Israele in segno di protesta. Lavrov ha anche ribadito che “i maggiori antisemiti sono proprio gli ebrei”. Il ministro degli Esteri israeliano Yair Lapid ha detto che Israele si aspetta di ricevere della scuse: “Le sue parole sono imperdonabili, l’ambasciatore sarà convocato per una consultazione”, ha detto citato dall’emittente N12.

In una intervista alla radio pubblica israeliana Dayan ha denunciato che su un elemento rimasto oscuro relativo alle origini del nonno di Hitler da parte paterna “si siano poi costruite teorie cospiratorie del tutto infondate secondo le quali lo stesso Hitler sarebbe stato ebreo. Di conseguenza, viene sostenuto, ‘ebrei sono coloro i quali hanno sterminato ebrei nella Shoah’. C’è davvero da rammaricarsi che il ministro degli esteri della Russia partecipi a questo happening antisemita”.

Dayan ha anche deprecato duramente la affermazione secondo cui il presidente ucraino Volodymir Zelensky sarebbe lui stesso nazista. “Si tratta di una affermazione non meno grave (che non quella relativa alle origini di Hitler, ndr). Se quello è l’aspetto del nazismo – ha aggiunto – allora perché noi ne facciamo un tale clamore ? Quella affermazione – secondo Dayan – è un insulto e un duro colpo inferto alle vittime del nazismo vero”. Il senso delle parole di Lavrov, secondo Dayan, “capovolge la Shoah. Si prendono le vittime, e le si trasformano in carnefici”.

Lavrov ha anche criticato il giornalismo italiano: “Alcune dichiarazioni di politici e media italiani sono andate oltre le buone norme diplomatiche e giornalistiche”, ha esordito. “L’Italia è in prima fila tra coloro che adottano e promuovono le sanzioni anti-russe. Per noi è stata una sorpresa. Eravamo abituati all’idea che l’Italia, grazie alla sua storia, sapesse distinguere il bianco dal nero”.

Secondo il ministro Lavrov, prosegue l’intervista, i Paesi europei importatori del gas russo, come l’Italia, devono pagarlo in rubli perché “hanno rubato” a Mosca le sue riserve valutarie in dollari e euro depositate presso le banche europee imponendo un congelamento nell’ambito delle sanzioni. “Voi pagherete comunque nella valuta prevista dai contratti – ha aggiunto – ma le forniture verranno considerate pagate quando queste somme saranno state convertite in rubli, che non possono essere rubati. Per gli acquirenti non cambierà nulla, pagheranno le stesse somme previste dai contratti”.

E sul governo ucraino ha detto: “Non vogliamo rovesciare (il presidente ucraino) Zelensky. Non puntiamo a un cambio di regime a Kiev, questa è una specialità degli americani. Non chiediamo nemmeno che si arrenda. Quello che chiediamo è che interrompa le ostilità e lasci andare i civili. Vogliamo fare in modo che dall’Ucraina non vengano più minacce per la Russia”. Dopo l’incontro di Istanbul il 29 marzo tra delegazioni russa e ucraina, Kiev si era detta pronta ad “accettare la neutralità” e il fatto che un accordo “non dovesse riguardare il futuro della Crimea e del Donbass”. Cosa che la Russia aveva “apprezzato”. Poi “ha cambiato posizione e ora cerca di condurre le trattative in direzione diversa”.

Sulle armi nucleari Lavrov afferma che “non avrebbe vincitori, e quindi non ha senso parlarne”. Tuttavia, ha aggiunto, occorre “essere cauti, e non sottovalutare i rischi che esistono”. Quanto alle affermazioni del presidente Vladimir Putin, secondo cui se minacciata la Russia risponderebbe “con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora”, Lavrov ha precisato che si tratta dei missili ipersonici. “Abbiamo cominciato ad interessarcene dopo che gli Usa hanno stracciato l’accordo sulle armi missilistiche. E sappiamo che i missili americani non sono diretti alla Corea del Nord o all’Iran, ma contro la Russia e la Cina. Noi eravamo pronti a un nuovo accordo, che avrebbe incluso anche ii nuovi sistemi, ma sono state interrotte da parte americana”.

Il ministro ha infine negato implicitamente che Mosca preveda di dichiarare la fine della guerra in Ucraina in occasione dei festeggiamenti del 9 maggio per la vittoria sui nazisti nella Seconda guerra mondiale. “I nostri militari – ha sottolineato – non pianificano le azioni in base a una data. I ritmi dipendono dalle necessità di minimizzare i rischi per la popolazione civile e per i militari russi”.

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