Corsica, la chiazza di carburante in mare si allarga a 20 chilometri: l'allarme degli ambientalisti
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Corsica, la chiazza di carburante in mare si allarga a 20 chilometri: l'allarme degli ambientalisti

Dopo la collisione tra due navi continua a estendersi la macchia di olio pesante nel Mediterraneo. Il governo francese: "situazione sotto controllo". Greenpeace: "norme precise per tutelare il santuario dei Cetacei"

Lo scatto dal satellite dell'Esa della chiazza di carburante
Lo scatto dal satellite dell'Esa della chiazza di carburante
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9 Ottobre 2018 - 12.14


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Si è allargata a 20 chilometri la chiazza di carburante nel Mediterraneo. Il cosiddetto olio pesante era fuoriuscito dopo la collisione tra due navi a circa 14 miglia da Capo Corso. L’allarme inquinamento era scattato subito, con l’arrivo di diverse unità specializzate in operazioni di contenimento. La macchia però si è ulteriormente estesa in lunghezza, come documentato dalle immagini dei satelliti Esa.
La collisione era avvenuta tra una motonave tunisina e una nave portacontainer battente bandiera cipriota. Nessun ferito, ma circa 600 metri cubi di “fuel oil” sono stati sversati in mare. Le autorità francesi e quelle italiane hanno circoscritto la scia d’olio, che si è allungata di circa venti chilometri e si è allargata di 300 metri.
Mentre la Commissione europea segue lo sviluppo delle operazioni, il ministro francese per la Transizione Ecologica, Francois De Rugy, ha rassicurato, definendo la situazione “sotto controllo”.
Anche la Guardia Costiera italiana, sotto il coordinamento delle autorità francesi, sta partecipando alle attività di messa in sicurezza del tratto di mare dove si è verificato l’incidente. Del recupero si sta occupando uno dei tre mezzi antinquinamento della Castalia, la società convenzionata con il ministero dell’Ambiente, mentre continua il monitoraggio della zona da parte dei mezzi aerei e navali.
L’allarme di Greenpeace. L’incidente, per l’associazione ambientalista, rende non più rinviabile introdurre “norme precise sulla protezione e sulla tutela del Santuario internazionale dei Cetacei, il triangolo di mare tra Nord della Sardegna, Corsica, Toscana e Liguria dove sono stati osservati la balenottera comune e il capodoglio”. Anche Cittadini per l’aria Onlus chiede al ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, di sostenere l’istituzione di un’area Eca, una zona a basse emissioni, nel Mediterraneo.

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