Al Bilderberg si è deciso il futuro dell’Ucraina
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Al Bilderberg si è deciso il futuro dell’Ucraina

The Guardian riferisce di come al vertice segreto militari, fabbricanti d’armi, banchieri, mercenari e vertici della Nato abbiano pianificato le future mosse della guerra.

Al Bilderberg si è deciso il futuro dell’Ucraina
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5 Giugno 2014 - 16.39


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Il Club Bilderberg si è riunito lo scorso fine settimana all’Hotel Marriott di Copenaghen. Come ogni anno hanno partecipato i vertici delle maggiori aziende del pianeta, capi di Stato e di governo, ministri, generali, banchieri, giornalisti e personalità in grado di influenzare la politica dei rispettivi Paesi. Una riunione tenuta a porte chiuse, a cui hanno partecipato quattro italiani: Franco Bernabè, John Elkann, Mario Monti e Monica Maggioni, direttrice di Rainews24. Ogni anno durante questo vertice segreto si decide parte dei destini del pianeta. Quest’anno, a quanto riferisce l’inviato del quotidiano britannico The Guardian (Charlie Skelton), si è parlato molto di Ucraina. Popoff ha deciso di pubblicare l’articolo di Skelton, in modo che vi rendiate conto di come la guerra civile ucraina abbia solo in parte a che fare con gli affari interni di Kiev e i rapporti russo-ucraini. di Charlie Skelton (traduzione di SKONCERTATA63 per comedonchisciotte.org)

Poco prima del pranzo, venerdì scorso, due auto hanno lasciato una dopo l’altra l’hotel Marriott a Copenaghen. La prima portava un carico superdecorato: il comandante supremo statunitense delle forze alleate in Europa, il generale Philip Breedlove con i suoi assistenti.

Quattro stelle sul berretto e uno sguardo cupo in volto. Ovviamente è molto seccato per dover saltare il buffet. Ancora sente il profumo di quelle polpettine danesi. La cosa lo sta uccidendo.

Il comandante supremo delle forze alleate statunitensi in Europa, il generale Philip Breedlove lascia l’Hotel Marriott a Copenhagen dopo aver discusso di Ucraina.

Il generale Philip Breedlove arriva l’Hotel Marriott a Copenhagen.

Il generale non è certo da solo a Bilderberg. Discutere la situazione in Ucraina con tutte queste alte personalità di governo è una questione di altissimo livello militare. È, infatti, molto ben accompagnato.

Pochi minuti dopo la partenza dell’affamato generale, ecco che spunta fuori il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, soprannominato “Nebbie di Guerra”.

Il segretario generale della Nato Anders Fogh Rasmussen esce scortato dall’Hotel Marriott.

Rasmussen mi fa sempre ridere, perché in ogni sua foto appare così incredibilmente vanesio. Come un Fonzie in miniatura. Rasmussen viaggia con della bella gente: uno di loro, svolazzandogli per un momento la giacca, ha mostrato la sua bella arma da fuoco.

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Tutte le guardie del corpo di Rasmussen sono ovviamente lì con lui, per difenderlo dalle insidie dei capi di Airbus e Saab che si sarebbero certamente gettati su di lui implorando una nuova guerra da fare. Spero siano riusciti a proteggerlo. Lui è piuttosto minuto, mentre l’amministratore delegato di Airbus, Thomas Enders, è un tipo alto, robusto e allampanato. Il capo di Saab, Håkan Buskhe, invece, ha il baricentro spostato verso il basso: insieme fanno una coppia inarrestabile, soprattutto con Kissinger che spinge da dietro di loro.

Håkan Buskhe amministratore delegato di Saab, al telefono, mentre sta probabilmente dando ordine alle sue fabbriche di accelerare la produzione. Il modo in cui si stanno mettendo le cose farà presto a partire un altro ordine extra di caccia da consegnare in poco tempo.

Ora, sappiamo dall’ordine del giorno reso pubblico, che l’argomento Ucraina è uno dei temi della conferenza di quest’anno, e sappiamo anche che la sessione di Venerdì era dedicata a questo tema, perché così ci ha detto uno dei partecipanti, il politico olandese Diederik Samsom.

Venerdì, poco prima dell’ora di pranzo, escono dall’Hotel due capi delle forze alleate in Europa. In quel momento Samsom, leader del partito laburista del suo Paese, sta sorseggiano nel patio un bicchiere di champagne. Balls continua ad arrancare in giro con quell’enorme faldone di carte sotto il braccio (ma le ha mai lasciate durante tutto il tempo che è stato qui?). A un certo punto Samson si alza e va verso la barriera di sicurezza.

Fa un respiro profondo e si butta nella folla di giornalisti, blogger, fotografi e attivisti. «Mi ricordo com’era prima», dice, sorseggiando il suo champagne. «Anche io ero un attivista di Greenpeace». Gli abbiamo chiesto se si sentiva onorato di essere tra gli invitati. «Sono un politico. Devo sentirmi lusingato per tutto il tempo», dice ridendo.

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Samsom ha confermato che la sessione del mattino era dedicata all’Ucraina, il che spiega perché Rasmussen e Breedlove se n’erano appena andati. Il loro lavoro l’avevano fatto. O meglio, era appena iniziato.

E non ti puoi sbagliare: Bilderberg fa parte del loro lavoro. Questa non è stata un’improvvisata casuale: qui ci sono stati comunicati ufficiali, uniformi e addetti militari. Qui ci sono Land Rover piene di guardie del corpo militari. Qui vengono a fare affari quelli della Nato, gli Stati Uniti e gli altri Governi.

Questa Nato è business. Il complesso militare americano è business. Il governi sono business. Il governo spagnolo, ad esempio, è qui rappresentato dal suo ministro degli Esteri, José Manuel García- Margallo. Il suo arrivo era previsto per giovedì sera.

Il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel García- Margallo.

E poiché qui si trattano questioni ufficiali in cui lui è personalmente impegnato, García-Margallo è arrivato in compagnia di un membro del suo ministero, il diplomatico spagnolo ed esperto di Balcani Mercedes Millán Rajoy.

La diplomatica spagnola Mercedes Millán Rajoy.

Eccola qui, con sotto il braccio i suoi appunti sui Balcani. Appare molto pensosa. Sta forse cercando d’immaginare il rombo della macchina da guerra mentre si avvia verso oriente. Oppure è pentita di aver scelto un completo in pantalone.

Tanto più preoccupante quando vediamo che dei vertici militari sono qui insieme a capi di industrie di armamenti – e parlano in privato dei loro sogni e aspettative sull’Ucraina. Ma sono qui con loro anche dei miliardari speculatori e capi di grandi società di fondi azionari. È gente pronta a portare la morte senza sapere dove e quando cadranno le bombe, o quante bombe cadranno e su chi.

Gente come David Petraeus, ex direttore della Cia, e ora a capo del Kkr Global Institute, organo consultivo di una grossa società multimiliardaria di fondi azionari.

David Petraeus, amministratore delegato della società di mercenari Kkr Global Institute all’Hotel Marriott di Copenaghen.

Il Kkr Global Institute si vanta di «essere in grado di dare rapide risposte ai nuovi andamenti geopolitici e macroeconomici», che comportano «investimenti oculati, gestioni di portafogli e abbattimento del rischio», in altre parole fare gli affari migliori. E una volta dentro il Bilderberg, uno è in grado di conoscere gli ultimi andamenti geopolitici e macroeconomici direttamente dalle labbra del segretario generale della Nato. Ottimi affari davvero, ne sono certo.

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La conferenza del Bilderberg è come un autoscontro a cinque stelle tra i settori pubblico e privato. Assisti a scene come questa: il capo di MI6, sir John Sawers, che si fa una chiacchierata occhi negli occhi con Carl-Henric Svanberg, presidente della British Petroleum.

Il capo del servizio segreto britannico sir John Sawers mentre parla con il presidente della Bp Carl-Henric Svanberg.

Potrebbe non essere una cosa importante, se non fosse che pochi minuti prima il capo della Nato aveva parlato a loro e ai capi di Hsbc (colosso bancario svizzero), Shell (petrolio e gas) e di Deutsche Bank della situazione in Ucraina. Sawers è responsabile dell’intelligence britannica all’estero. Di che stanno parlando? Chi dà istruzioni a chi e su cosa? Fortunatamente, da bravo pubblico funzionario quale egli è, Sir John è allergico ad ogni minima forma di corruzione.

Quindi, non c’è niente di cui preoccuparsi, qui. Va tutto bene. Se volete preoccuparvi di qualcosa, preoccupatevi dell’Ucraina.

A meno che non siate i capi di Airbus o di Saab o del Kkr Global Institute, nel qual caso non dovete preoccuparvi proprio di niente. Ad eccezione di dove piazzare il vostro prossimo miliardo.

Avrei io un’idea su dove piazzarlo, al Kkr Global Institute: offre degli ottimi ritorni sugli investimenti di capitali. Chiedete a Petraeus. Anche se, quando chiedete, state attenti a non guardarlo negli occhi. Potrebbe perforarvi la retina.

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