Crisanti: "Hanno fatto credere che la pandemia fosse finita ma la variante delta ha cambiato tutto"
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Crisanti: "Hanno fatto credere che la pandemia fosse finita ma la variante delta ha cambiato tutto"

Il direttore del dipartimento di Microbiologia dell'università di Padova: "Se invece si vuole contenere il contagio per evitare di ritrovarci come l'autunno scorso allora servono criteri più restrittivi"

Andrea Crisanti
Andrea Crisanti
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14 Luglio 2021 - 19.40


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La variante Delta sta riportando in alto la curva dei contagi da Covid di mezzo mondo.
Quanto dobbiamo essere preoccupati per la variante Delta? “Basta guardare l’Inghilterra per capirlo: si viaggia sui 40 mila contagi al giorno, con un significativo aumento dei ricoveri e dei decessi.
Io dico che siamo in una situazione nuova, che va tenuta sotto controllo e non trascurata”. Lo dice il virologo Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, che, intervistato da Nursind Sanità, commenta anche i festeggiamenti per la vittoria della Nazionale agli Europei di calcio.
“Non credo- dice- che un episodio singolo cambi la situazione, quello che conta è l’atteggiamento generale e il messaggio che viene dato alle persone, che fanno quello che è consentito fare”.
E il messaggio che fino a poco tempo fa “è passato era che, più o meno, la pandemia era finita, ma così non è”.
Ora il governo pensa a nuove misure per evitare un’altra ondata. Il green pass sul modello francese per Crisanti “va bene se non crea disuguaglianze. Ad esempio c’è un problema con il rilascio dei certificati. Chi non ha lo smartphone o il pc come fa? Deve funzionare anche quello cartaceo. E poi bisogna velocizzare l’accesso ai vaccini altrimenti alcuni saranno penalizzati da un sistema come quello francese”, avverte il virologo.
Infine, “se si vuole dare spazio e possibilità di operare al settore turistico allora va bene rivedere i parametri come dicono alcune Regioni, se invece si vuole contenere il contagio per evitare di ritrovarci come l’autunno scorso allora servono criteri più restrittivi.”, conclude Crisanti.

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