Dario Nardella: "La sfida con Fdi è aperta e il tentativo di Meloni di fingersi moderata sta fallendo"
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Dario Nardella: "La sfida con Fdi è aperta e il tentativo di Meloni di fingersi moderata sta fallendo"

Il sindaco di Firenze Dario Nardella: "La destra sfrutta la paura e la rabbia; noi possiamo parlare un linguaggio nuovo di speranza e visione"

Dario Nardella: "La sfida con Fdi è aperta e il tentativo di Meloni di fingersi moderata sta fallendo"
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26 Agosto 2022 - 10.23


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I sondaggi continuano a dare la destra in fuga mentre il Campo Largo sognato da Letta si è diviso in tre pezzi. E allora?

«La sfida con FdI è apertissima e mai così polarizzata! O vince il Pd o vincono loro. Il tentativo di Meloni di apparire moderata e rassicurante sta fallendo. A Firenze, anche grazie all’impegno del segretario Letta, quattro candidati su cinque sono espressione del territorio dove c’è una sinistra di governo moderna e pragmatica. Qui abbiamo l’ambizione di fare il miglior risultato nazionale del Pd. Laddove abbiamo candidati riconoscibili e legati al territorio, andremo molto bene».

Così Dario Nardella del Pd, sindaco di Firenze.

«Parliamo anche ai moderati e al ceto produttivo senza lasciarli alla destra. Facciamo proposte semplici e coraggiose come quella di abolire le autorizzazioni da vincolo paesaggistico per chiunque voglia mettere un pannello solare su una casa o un capannone, salvo che nelle aree Unesco. La lotta alla burocrazia va fatta fino in fondo. E comunichiamo un sogno. La destra sfrutta la paura e la rabbia; noi possiamo parlare un linguaggio nuovo di speranza e visione»,

Sul Pnrr i Comuni sono in prima linea per gestire molti fondi. Il centrodestra vuole ridiscutere tutto. Come vede il futuro da Palazzo Vecchio? «Meloni non ha mai votato per il Piano di ripresa e quindi non lo vuole. Siamo già in ritardo a causa della pausa elettorale. Ridiscutere il Pnrr è folle. Significherebbe perdere almeno 100 miliardi di euro sui 200 stanziati. A Firenze dobbiamo appaltare entro l’anno prossimo 1,5 miliardi di opere, Sono quasi 2000 posti di lavoro. Anche due mesi di ritardo per cambiare i progetti significherebbe perdere tutto».

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