Pagliarulo (Anpi): "Senza lo Ius Soli ci saranno differenze e gerarchie anche fra i bambini”
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Pagliarulo (Anpi): "Senza lo Ius Soli ci saranno differenze e gerarchie anche fra i bambini”

L'intervista a Gianfranco Pagliarulo, presidente dell'Anpi: "Questo è un nuovo 25 aprile, dobbiamo unirci per salvare l'Italia"

Gianfranco Pagliarulo
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24 Marzo 2021 - 16.45


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di Antonello Sette 

Presidente Pagliarulo oggi è il settantasettesimo anniversario dell’eccidio nazista delle Fosse Ardeatine. Voi avete lanciato un appello: “Uniamoci per salvare l’Italia” …
Le Fosse Ardeatine sono il simbolo della ferocia inumana dei nazifascisti – osserva il Presidente dell’ANPI rispondendo all’Agenzia SprayNews – Contro quella ferocia si mobilitò in modo progressivo un’unità di intenti grazie ai Comitati di Liberazione Nazionale. Il nesso di causa ed effetto fra il i CNL e il 25 aprile a me sembra evidente. Dopo la Liberazione, sino al 1947/48 in Italia ci furono solo Governi di unità nazionale. L’obiettivo comune era la rinascita del Paese. Oggi siamo in una situazione sicuramente diversa, ma per molti aspetti analoga. Oggi, come allora, si avverte l’esigenza della costruzione di un’alleanza, la più larga possibile, che si ponga, come subito dopo la Liberazione dal nazifascismo, l’obiettivo della rinascita del Paese. 
Per tornare sic et simpliciter all’epoca precedente la pandemia?
Assolutamente no. La rinascita non può limitarsi a riprodurre quel sistema economico che ha funzionato sinora. Un sistema economico che ha provocato tassi di disuguaglianza mai visti prima. L’obiettivo non può essere il ritorno all’Italia del pre-Covid.
L’obiettivo è un nuovo sistema economico e sociale, che abbatta la disuguaglianza, la disoccupazione e tutti i mali che affliggono il nostro Paese. 
Da qui il vostro appello…
Abbiamo chiamato a raccolta tutte le risorse sociali e politiche del Paese per un’alleanza che metta al primo posto tre parole: la persona, il lavoro e la socialità. La persona perché gli ultimi trent’anni è stata sacrificata sull’altare degli interessi economici.  Il lavoro perché stiamo attraversando una crisi occupazionale di dimensioni inaudite. La socialità perché viviamo in un tempo in cui, a causa dei sacrosanti provvedimenti restrittivi dei Governi, lo stare insieme è diventato una rarità, provocando uno shock collettivo di conseguenze incalcolabili. E, quando parlo di persona, lavoro e socialità, parlo degli articoli 1, 2 e 3 della nostra Costituzione. Il nostro appello è rivolto all’associazionismo, al volontariato, al terzo settore, al movimento sindacale, ai partiti, al mondo della cultura, ai giovani.
A proposito della persona e dell’uguaglianza, le sottopongo due questioni che mi hanno scandalizzato. La restituzione al mittente da parte di Matteo Salvini dell’esigenza di introdurre nel nostro Paese lo Ius Soli, di cui si è fatto paladino il neosegretario del Pd Enrico Letta e il titolo apparso sulla prima pagina del quotidiano “Il Fatto”, in cui viene dato del “bambino ritardato” a un avversario ideologico…
Per quanto riguarda lo Ius Soli le rispondo con dei dati. Dal 1999 ad oggi i bambini nati da madri straniere sono in Italia più di seicentotrentaquattromila. Un numero che evidenzia un fenomeno e comporta delle conseguenze. I bambini in Italia sono gerarchicamente divisi fra cittadini e non cittadini. Non capisco come si possa continuare a voler negare la cittadinanza a tutti i bambini nati nel nostro Paese. Tanto più considerando che il nostro Paese è, credo, al secondo posto nel mondo per l’età media della popolazione. Centinaia di migliaia di bambini, una volta diventati italiani, porterebbero una venta di gioventù e di libertà.
Il “bambino ritardato” usato come clava…
Il bambino ritardato è un altro segno terribile dei nostri tempi. Tempi in cui sono stati sdoganati sentimenti e pulsioni asociali e antisociali. Penso all’odio, al risentimento e al rancore e la forma che assumono è molto spesso quella del razzismo e della discriminazione. 
Una decina di giorni fa si è riunita l’Organizzazione mondiale del Commercio, che ha bocciato la proposta di una moratoria temporanea sui brevetti per consentire ai Paesi del Sud del mondo di produrre i vaccini e di evitare così che l’ecatombe di morti per Covid si protragga per altri due o tre anni. A me sembra una barbarie…
Anche questo è un segno dei tempi sconcertante e gravissimo. Consideri che, per quanto ne so io, il primo ad attuare la moratoria sui brevetti è stato Nelson Mandela, all’epoca Presidente del Sudafrica quando, in contrasto con le multinazionali, invitò le aziende sudafricane a produrre i farmaci sfruttando i brevetti. La richiesta di una moratoria, di cui lei parla, è stata avanzata dall’India e proprio dal Sudafrica. Che i Paesi del Nord del mondo l’abbiano bocciata è una scelta gravissima e inaccettabile. Considerando anche la situazione senza precedenti in cui siamo: due milioni e settecentomila morti sino ad oggi per la pandemia in tutto il mondo. In un’emergenza drammatica e del tutto inedita, come è quella in cui siamo, il primo bene comune da tutelare al mondo è il vaccino e, invece, siamo costretti ad assistere a speculazioni di dimensioni planetarie. Una speculazione delle Big Pharma, che non comporta neppure un’eccellenza del servizio. Basta guardare le difficoltà nell’approvvigionamento, le dosi insufficienti e i ritardi. La moratoria sui brevetti sarebbe stata un segnale di civiltà e di umanità, che il Nord del mondo non ha voluto dare. 
Che cosa l’ha più fatta arrabbiare durante questo ultimo anno, segnato da un incubo da cui non siamo ancora usciti?
Abbiamo parlato del rapporto inaccettabile fra il Nord e il Sud del mondo. Mi ha fatto, e mi fa arrabbiare, quello che sta succedendo fra l’Ovest e l’Est. Siamo davanti all’improvvisa esplosione di una nuova guerra fredda, scatenata dal Presidente degli Stati Uniti Biden, che ha insultato Putin, ovvero il Presidente di un altro Paese, la Russia. A seguito di questo, chiamiamolo incidente, ci sono stati, come era ovvio, tutta una serie di contraccolpi, che hanno portato a una contrapposizione fra gli Stati Uniti, l’Unione Europea e ahimè, anche la Nato da una parte, la Russia e la Cina dall’altra parte. Questa contrapposizione è esattamente quello che non dovrebbe avvenire mai, tantomeno in un momento in cui tutto il mondo dovrebbe unirsi nella lotta contro il vero nemico che è la pandemia. Io penso che il Governo italiano dovrebbe rinunciare a qualsiasi tentazione di schierarsi. A differenza del Segretario Generale della Nato Stoltenberg che si è già pronunciato in favore degli Stati Uniti. Penso che sia un grave pericolo quello che corre il mondo e penso che capiti nel peggiore dei momenti possibili. Quando tutto il mondo dovrebbe essere non diviso, ma unito, nella lotta contro il virus Covid 19.

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