Calenda al Pd: "Sospendere il congresso fino alle europee. Renzi dica cosa vuole fare"
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Calenda al Pd: "Sospendere il congresso fino alle europee. Renzi dica cosa vuole fare"

L'ex ministro dello Sviluppo economico: "Gentiloni presidente di garanzia per lavorare da subito alla costituzione di un Fronte democratico. Anche con il nuovo partito di Renzi se va avanti su questa strada"

Carlo Calenda
Carlo Calenda
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10 Dicembre 2018 - 09.58


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Acque sempre più agitate in casa Pd. Dopo il ritiro dalle primarie di Marco Minniti arrivano le parole di Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico, che annuncia che non parteciperà al ‘dilaniante’ congresso del partito. Invita Matteo Renzi a fare chiarezza e chiede che il congresso sia sospeso fino a dopo le elezioni europee, con Paolo Gentiloni presidente di transizione del Pd, per lavorare da subito alla costituzione di un Fronte democratico.
“Matteo Renzi – ha detto Calenda intervisatato da Repubblica – deve dire cosa vuole fare. Non credo ci sia niente di male nel fatto che voglia creare un suo partito, ma occorre saperlo per tempo. Se lo fa è uno dei soggetti da coinvolgere nel fronte democratico per le europee”.
“Per me – ha aggiunto l’ex ministro dello Sviluppo – la scommessa è ampliare il fronte, non frammentarlo. È costruire una grande lista democratica per le europee. Se Salvini vince, l’Italia rischia di scivolare ai margini dell’Europa e avere come punto di riferimento la Russia di Putin. E non è una mia analisi, è quello che Salvini dichiara di volere: una democrazia illiberale fuori dall’Occidente”.
“Il Pd – ha sottolineato ancora Calenda – è la mia casa. Però ritengo si debba andare oltre il Pd, perché non basta per rappresentare tutti gli italiani che si oppongono al governo gialloverde. Punto perciò a una lista per le europee che parli a socialdemocratici, liberali e popolari. Dopo si vedrà se partire per un neo partito dei progressisti”.
“Gentiloni – ha detto Calenda – non si sottragga al ruolo che gli compete: è punto di riferimento e non può stare alla finestra. È lui che deve chiamare il time out nel Pd, è lui che deve scendere in campo. Altrimenti la sua diventa una scelta di rinuncia dannosa per il Pd e per l’Italia”.
Sulla possibilità di candidarsi alle europee replica: “Grazie, ma non si tratta di mettere figurine… ci sarò se ci sarà un progetto politico ampio e serio”. E se il time out non ci sarà, chi sosterrà nel Pd? “A questo punto, dopo aver sostenuto Minniti, non avrebbe senso, non entrerei nella battaglia”.
“Gli allenatori – ha proseguito Calenda – quando vedono che la partita va male e la squadra è sbandata chiedono una pausa per definire un nuovo schema di gioco. Il congresso, che si sarebbe dovuto fare a settembre scorso, è oggi fuori tempo. Andrebbe sospeso fino a dopo le europee”.
E sulle primarie dice: “Come facciamo a decidere come andare alle europee senza sapere chi starà dentro o chi starà fuori. La vittoria di Zingaretti rischia di essere una vittoria di Pirro, in cui metà partito non si sente più rappresentato. Sospendiamo il congresso con Gentiloni presidente di transizione e una segreteria larga e un luogo di coordinamento dell’opposizione: da Pizzarotti a Emma Bonino”.

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