Sul caso di Alfredo Cospito, l’anarchico al 41bis e in sciopero della fame da oltre 4 mesi, è intervenuta anche l’Onu, chiedendo all’Italia di rispettare e salvaguardare la dignità e i diritti del detenuto. Massimiliano Iervolino, segretario dei Radicali Italiani, ha commentato la questione.
«Non possiamo che condividere quanto scritto dal Comitato Onu sulla questione riguardante il cosiddetto Caso Cospito. Le violazioni dell’articolo 7 e dell’articolo 10 sono lampanti. Tuttavia bisogna nuovamente sottolineare come il 41 bis sia una forma di tortura non solo per Cospito ma per tutti i detenuti oggetto del cosiddetto carcere duro».
«L’obiettivo principale dell’inasprimento del regime di detenzione – voluto ed attuato dopo l’uccisione di Falcone e Borsellino nel 1992 – era di eliminare le comunicazioni dei boss con l’esterno: possibile che questo giusto obiettivo, ancora oggi, si possa raggiungere solo attraverso la tortura dei detenuti?».
E poi si possono definire le oltre 700 persone in carcere duro come pericolosi criminali che hanno ancora la capacità di incidere all’esterno? E infine quali risultati ha portato il 41 bis in termini di lotta alla criminalità organizzata? A trent’anni dalla strage di Capaci e di Via D’Amelio una cosa certa la possiamo affermare: è stata sconfitta la mafia stragista corleonese ma non la criminalità organizzata nel suo complesso che, invece, è viva e vegeta soprattutto grazie ai circa 14 miliardi (miliardi!) annui che le politiche proibizioniste sulle droghe di tutti i governi gli permettono di guadagnare. La camorra, la mafia e la `ndrangheta si combattano con l’antiproibizionismo non con la tortura», conclude.