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L'infettivologo Andreoni: "Se si riaprono gli stadi allora anche le dicoteche"

Il primario del Policlinico Tor Vergata di Roma: "Una volta che si è scelta la via della 'depenalizzazione' per gli eventi con il pubblico mi pare paradossale accanirsi solo sulle discoteche".

Massimo Andreoni
Massimo Andreoni

globalist Modifica articolo

29 Settembre 2021 - 17.11


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La discriminazione verso il settore della nightlife sta toccando livelli incontrovertibili e Massimo Andreoni, primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) ha espresso la sua opinione in merito.
“Abbiamo riaperto gli stadi ma teniamo chiuse le discoteche: mi pare che scientificamente questo passaggio non regga. Con rigore, controlli, limiti alla capienza e Green pass, possiamo riaprire le discoteche”.
“Da quello che si vede in tv non mi pare che negli stadi si rispettino le regole – ha osservato Andreoni – c’è gente che urla e si abbraccia, una situazione simile si verificherebbe anche in discoteca. Quindi non vedo perché tenerle chiuse, così diventa solo una discriminazione di un settore. Abbiamo criminalizzato questi locali – ha chiosato – ma una volta che si è scelta la via della ‘depenalizzazione’ per gli eventi con il pubblico mi pare paradossale accanirsi solo sulle discoteche”.

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