Se Gozzini è sospeso, perché Marco Gervasoni dopo l'insulto a Elly Schlein è ancora docente?
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Se Gozzini è sospeso, perché Marco Gervasoni dopo l'insulto a Elly Schlein è ancora docente?

Tutti si sono precipitati a chiedere umilmente scusa a Giorgia Meloni per gli insulti ricevuti. Ci sono donne che le scuse dei fascisti le stanno ancora aspettando

L'insulto a Elly Schlein di Marco Gervasoni
L'insulto a Elly Schlein di Marco Gervasoni
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Giuseppe Cassarà Modifica articolo

23 Febbraio 2021 - 16.19


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L’università di Siena ha sospeso il professor Giovanni Gozzini dopo gli insulti sessisti a Giorgia Meloni.

Ed è giusto così: inutile stracciarsi le vesti per la violenza sulle donne se poi si fanno i distinguo. Quelli infatti di solito li fanno proprio i fascisti, che in questi giorni stanno raccogliendo a mani basse solidarietà pelosa e ipocrita per la leader di Fratelli d’Italia, solo perché a sinistra la principale preoccupazione è far vedere che non si fa schifo quanto a destra.

E quindi tutti si sono precipitati a chiedere scusa e a fare le riverenze alla leader di un partito che conta il più alto numero di iscritti che hanno insultato donne, omosessuali e migranti. E siamo talmente prostrati davanti alla dirompente forza narrativa e politica del populismo di destra, che siamo disposti a farci dare lezioni di morale da chi il concetto stesso di democrazia lo calpesta ogni giorno.

Ma ora, finita la bailamme, cerchiamo di mettere i puntini sulle i. E di ricordare ai cari destrorsi che in queste ore si sono riempiti la bocca di rispetto per le donne che democrazia significa proprio parità di trattamento, a parità di comportamento. E rispolveriamo alcuni nomi, a cominciare da quello di Marco Gervasoni.

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Professore ordinario di Storia Contemporanea all’Università degli Studi del Molise, Gervasoni non ha certo bisogno di presentazioni: tra i sovranisti infatti è una celebrità per i suoi tweet intrisi d’odio misogino, non da ultimo quello rivolto a Elly Schlein, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna, che Gervasoni paragonò a un uomo quando uscì una copertina de L’Espresso dedicata a lei. ‘Ma che è, n’omo?’ scrisse il professore da cui l’Università del Molise si è semplicemente ‘distanziata’, senza prendere provvedimenti, o almeno senza renderli noti.

Eppure, il tramestio mediatico era stato forte anche in quell’occasione. E Gervasoni aveva ribattuto, combattendo a spada tratta per il suo presunto diritto di dire quello che vuole, contro chi vuole, usando le parole più offensive perché ‘siamo in democrazia’. Stessi concetti che poi, quando a venire insultata è Giorgia Meloni, saltano. E i fratelli d’Italia hanno anche il coraggio di affermare che a sinistra facciamo due pesi e due misure. Ma d’altronde, è esattamente questa incredibile capacità di mentire, questa abominevole faccia di bronzo che si accompagna a certi loschi figuri il motivo per cui Giorgia Meloni piace così tanto al popolo italiano affamato di voci grosse e ‘donne con le palle’.

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Se Gozzini è stato sospeso, perché Gervasoni è ancora lì? Perché il Presidente Mattarella non ha fatto le sue scuse a Elly Schlein a nome delle istituzioni? Perché Salvini, Meloni, Berlusconi, i Fratelli d’Italia, i leghisti non si sono messi in ginocchio sopra i ceci davanti la sede della Regione e hanno implorato il perdono di Schlein?

E continuiamo: perché Loris Corradi (Fratelli d’Italia) è ancora vicesindaco di Roverè dopo aver indossato una maglietta ‘goliardica’ con scritto ‘Se non puoi sedurla puoi sedarla’ nell’agosto 2019? Perché Fabio Tuiach è ancora consigliere comunale della città di Trieste dopo aver invocato la pena di morte per gli omosessuali? Perché Salvini è ancora leader della Lega dopo aver dato della bambola gonfiabile a Laura Boldrini?

Queste sono domande da porsi, perché la destra sta usando la correttezza, la civiltà, la decenza come armi a doppio taglio: sta cercando di dimostrare che questo ‘politicamente corretto’ sta stretto a tutti e che si deve tornare ai bei tempi più semplici quando donne, neri e gay potevano essere chiamati vacche, negri e froci senza che nessuno si scomponesse. Fare notare queste domande a Giorgia Meloni, chiederle di allontanare dal suo partito tutte le persone che si sono comportate come Gozzini con lei, non è sessismo: è semplice coerenza. Lasciarsi insegnare la democrazia e il rispetto da chi non l’ha mai dimostrato a nessuno, invece, è la morte definitiva della sinistra di questo paese.

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