Il principale oppositore di Vladimir Putin, Alexey Navalny, è stato condannato a 2 anni e cinque mesi di carcere. Nel giorno del processo storico in Russia, sono state tante le proteste dei sostenitori di Navalny e anche oggi si sono registrati scontri con la polizia e svariati arresti arresti.
Un giornalista, Anton Troianovsky, ha riportato su Twitter uno stralcio del discorso tenuto da Navalny, in cui ha accusato Putin di averlo avvelenato quest’estate. Navalny ha seriamente rischiato la vita ed è stato salvato in Germania. I servizi segreti internazionali hanno espresso pochi dubbi su chi sia stato il mandante del tentato omicidio. Navalny ha definito Putin ‘l’avvelenatore delle mutande’, perché la maggior quantità di veleno è stata trovata proprio nei boxer.
Navalny in court: “No matter how much [Putin] portrays himself a great geopolitician…his main resentment against me now is that he will go down in history as a poisoner. There was Alexander the Liberator and Yaroslav the Wise. Now we’ll have Vladimir the Poisoner of Underpants.”
— Anton Troianovski (@antontroian) February 2, 2021
Il Cremlino, dal canto suo, sostiene che la mano dura della polizia è “legale e giustificata” quando ha a che fare con “teppisti e provocatori”, come “in alcuni casi” riscontrati ieri. Il portavoce di Vladimir Putin, Dmitry Peskov, ha poi assicurato che Mosca non “si cura” delle valutazione di Washington e “non accetta” lezioni da parte degli Usa.
Parole che hanno suscitato ben presto la reazione del neo segretario di Stato Usa Antony Blinken: “Il governo russo – ha detto in un’intervista a Nbc – fa un grande errore se crede che questo riguardi noi. Riguarda loro, il governo, la frustrazione del popolo russo verso la corruzione, l’autocrazia”.
Su questo punto la valutazione politica è stata lasciata all’ex leader del Cremlino Dmitry Medvedev, improvvisamente tornato alla ribalta dei media dopo un lungo silenzio a seguito della ‘scarriera’, da premier a vice presidente del Consiglio di Sicurezza. “Navalny – ha tuonato – è una canaglia che impiega tattiche sconsiderate per arrivare al potere, con tecniche sempre più ciniche”. Una valutazione mirata più al pubblico interno che a quello estero.
L’Occidente, infatti, è sempre più a disagio con quanto sta accadendo in Russia. Parigi, ad esempio, ha formalmente chiesto alla Germania di abbandonare il progetto Nord Stream 2, il raddoppio del gasdotto che a breve (è stato realizzato al 95%) aumenterà le forniture di metano russo. Berlino ha sempre cercato di proteggere l’opera, ma non è detto che possano esserci dei colpi di scena.
In questo senso la visita dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Josep Borrell, prevista per giovedì e venerdì, potrebbe assumere un’importanza superiore a quella del mero protocollo.
Il Servizio europeo per l’azione esterna (Seae) ha fatto sapere di essere in contatto con il team di Alexey Navalny per capire se Borrell potrà incontrarlo.