Trump denuncia le frodi ma i funzionari elettorali non ne hanno traccia
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Trump denuncia le frodi ma i funzionari elettorali non ne hanno traccia

Tutti i governatori negano al Ny Times di aver visto brogli nel conteggio delle schede, ma Trump rilancia ancora: "La gente non accetterà queste elezioni truccate"

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11 Novembre 2020 - 09.06


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Nonostante Trump continui a non accettare la sconfitta, da 45 stati americani funzionari responsabili del processo elettorale contattati dal New York Times escludono l’esistenza di prove che frodi o irregolarità possano aver influito sull’esito dell’Election Day.

Tutto dopo che ieri il ministro della Giustizia degli Stati Uniti, William Barr, ha autorizzato tutti i procuratori federali del Dipartimento ad avviare indagini sulle accuse di presunte frodi elettorali che sarebbero state commesse durante lo scrutinio dei voti del 3 novembre.

Donald Trump ha twittato proprio in queste ore: “La gente non accetterà queste elezioni truccate”.

Per il repubblicano Frank LaRose, segretario di stato dell’Ohio, “c’è una grande capacità umana di inventare cose non vere sulle elezioni”.

 Dalla Pennsylvania – dopo le dichiarazioni di Rudolph Giuliani che ha denunciato una “situazione molto preoccupante” – parlano di elezioni “giuste e sicure”.

“E’ sconsiderato ripetere questi attacchi falsi”, hanno detto dall’ufficio dell’Attorney General, il democratico Josh Shapiro.

Dal Minnesota, il segretario di stato Steve Simon, democratico, ha detto di “non essere a conoscenza di un solo caso in cui qualcuno abbia sollevato contestazioni sul conteggio” dei voti: “Non ci sono state frodi”, ha affermato.

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Anche secondo una portavoce del segretario di stato del Kansas, il repubblicano Scott Schwab, non si sono riscontrati “problemi diffusi, sistematici” riguardo “frodi elettorali, intimidazioni, irregolarità o problemi di voto”. Anzi sono “soddisfatti” di come sia andata.

E pure l’ufficio del segretario di stato del Michigan, il democratico Jocelyn Benson, ha fatto sapere di non aver “visto prove di frodi”.

Il New York Times precisa di aver avuto risposte dirette da funzionari di 45 stati, nessuna risposta dal Texas, mentre per altri quattro ha trovato commenti dei segretari di stato. Ma, scrive il giornale, dalla contea di Harris, la più grande del Texas, hanno riferito solo di “problemi minori”.

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