Crisi umanitaria in Venezuela: un milione sono fuggiti in Colombia
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Crisi umanitaria in Venezuela: un milione sono fuggiti in Colombia

La cifra riguarda solo i dati ufficiali ma le persone scappate potrebbero essere molte di più. La preoccupazione della Croce Rossa

Le proteste durante il voto in Venezuela
Le proteste durante il voto in Venezuela
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10 Maggio 2018 - 15.56


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Sono numeri terribili che dovrebbero far pensare: un milione di persone sono entrate in Colombia dal Venezuela nell’ultimo anno, a causa dell’aggravarsi della crisi umanitaria presente nel Paese guidato dal presidente Nicolas Maduro. A riferirlo è un alto funzionario della Croce Rossa, citato da media locali.
Il direttore sanitario della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa (Ifrc), Emanuele Capobianco, ha sottolineato che non tutti i venezuelani sono rimasti in Colombia come sfollati, in quanto alcuni di loro si sono poi spostati in altri Paesi della regione.
«A oggi sappiamo che circa un milione di persone sono entrate in Colombia attraverso i punti migratori ufficiali, e non sappiamo quante persone siano entrate attraverso canali migratori illegali», ha spiegato il funzionario, specificando che questo flusso di migranti è stato calcolato a partire «dalla metà del 2017». Capobianco ha aggiunto che con l’intensificarsi della crisi economica in Venezuela, si ritiene che circa 37 mila persone attraversino quotidianamente il confine colombiano.
In un recente viaggio nella regione, il responsabile della Croce Rossa ha detto di aver osservato «un flusso costante di persone» che lasciano il Venezuela, alcuni portando le proprie cose sulle loro spalle.
Capobianco ha spiegato che tra i migranti venezuelani, alcuni cercano di lavorare per un breve periodo in Colombia e poi ritornano nel loro Paese, mentre altri si spostano perché non riescono a soddisfare i loro bisogni di base in Venezuela. Il direttore della Croce Rossa ha descritto la situazione come «una crisi umanitaria che deve essere affrontata meglio», anche con una politica di sanità pubblica, per far fronte all’aumento della malaria, della difterite e di altre gravi malattie che colpiscono i migranti.

 

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