La Turchia fa strage di curdi siriani: 71 uccisi nell'ultima settimana

La contraddizione è evidente, ma molti fanno finta di non vederla: i curdi-siriani (quelli di Kobane, per intenderci) sono coloro che di più stanno colpendo l’Isis. Ma nello stesso tempo sono combattuti, oltre che dai jihadistim dai militari turchi e dai gruppi ribelli da loro finanziati.
E adesso perfino l’esercito turco ha fatto sapere che 71 combattenti delle milizie curde siriane Ypg e del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) sono stati uccisi in operazioni in Siria nel corso della scorsa settimana. Ankara aveva lanciato ad agosto le operazioni per cacciare lo Stato islamico dal confine con la Siria, affermando che avrebbe colpito le milizie curde sostenute dagli Usa se l’avesse ritenuto necessario. E infatti ha utilizzato l’operazione scudo dell’Eufrate per trasferire in Siria la sua guerra contro ma minoranza curda che vive in Turchia e che adesso vede perfino i parlamentati del partito filo-curdo in carcere con l’accusa di appoggiare il terrorismo.
L’Onu accusa la Turchia di violazione dei diritti umani
Intanto l’Onu ha accusato le forze di sicurezza turche di avere commesso serie violazioni di diritti umani durante le operazioni contro militanti curdi nel Sud-est della Turchia da luglio 2015, ovvero da quando è imploso un accordo di cessate il fuoco tra il governo e i militanti del Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) nella regione a maggioranza curda.
Un rapporto dell’Ufficio Onu per i Diritti Umani mette in evidenza e dettaglia “distruzioni di massa, uccisioni e numerose altre violazioni di diritti umani” tra luglio 2015 e dicembre 2016 nel Sud-Est della Turchia, dove “le operazioni di sicurezza del governo” hanno causato circa 500.000 sfollati interni, quasi tutti cittadini di etnia curda.