Gerusalemme nel sangue, assalto al bus: 2 morti
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Gerusalemme nel sangue, assalto al bus: 2 morti

In un rione ebraico ortodosso un assalitore si è scagliato con l'auto contro un gruppo di passanti alla fermata dell'autobus. E' sceso e ha pugnalato chi era a terra.

Gerusalemme nel sangue, assalto al bus: 2 morti
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13 Ottobre 2015 - 09.52


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Ancora attentati: 2 morti e 20 feriti.
Almeno due morti e una ventina di feriti negli attentati avvenuti oggi in contemporanea a Gerusalemme e che sono stati due e non tre, ha riferito la polizia dopo prime concitate informazioni che parlavano di tre episodi. Il primo attentato si è verificato nei pressi del rione ebraico ortodosso di Mea Shearim dove un assalitore si è scagliato con l’auto contro un gruppo di passanti alla fermata dell’autobus. Poi è sceso e ha cominciato a pugnalare chi era a terra. Il secondo è avvenuto all’interno di un autobus ad Armon Ha Natziv dove, secondo Canale 10, c’è stato un accoltellamento. A bordo tre feriti gravi.

Inoltre almeno due israeliani sono stati accoltellati in modo leggero a Raanana a nord di Tel Aviv. L’assalitore, un palestinese, è stato – secondo radio Gerusalemme – “neutralizzato” e catturato.

E’ stato identificato il bambino di 12 anni ucciso dalla polizia israeliana nella colonia di Pisgat Zeev, a Gerusalemme. Ahmad Manasra, dice la polizia, avrebbe accoltellato due israeliani (un 13enne in modo serio) insieme al fratello Mohammad, 14. La polizia ha aperto il fuoco, uccidendo Ahmad. Mohammad è riuscito a fuggire. Sono 26 i palestinesi uccisi dalle forze israeliane dal primo ottobre.

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In un video  si vede Ahmad Manasra a terra, sanguinante, prima di morire. Un israeliano presente grida “Muori, muori”

Ieri quattro attentati in un giorno, due nello spazio di circa un’ora, almeno 6 israeliani accoltellati a Gerusalemme. L’allarme in Israele è altissimo e lo stillicidio quotidiano. “Il terrorismo è figlio della volontà di distruggerci e non della disperazione palestinese”, ha denunciato il premier Benyamin Netanyahu in un teso dibattito alla Knesset. “Ma la nostra voglia di vivere distruggerà la voglia di uccidere dei nostri nemici”, ha avvertito, respingendo ancora una volta come “bugie” le affermazioni che Israele stia cercando di cambiare lo status quo sulla Spianata delle Moschee o che sia in lotta con l’Islam.

Il premier ha però confermato la volontà del governo di mettere fuori legge, una volta ottenuto il via dal procuratore generale, il Movimento islamico, specie nel nord del paese che, insieme ad Hamas, “istiga” ad una guerra religiosa contro Israele. Senza dimenticare l’Autorità nazionale palestinese il cui presidente Abu Mazen (Mahmoud Abbas) deve combattere l’istigazione e “condannare gli attentati terroristici palestinesi”.

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Oggi in Israele è previsto lo sciopero generale degli arabi israeliani in solidarietà con la Cisgiordania e per la Moschea di Al Aqsa.

Il vice comandante della polizia Benzi Sao ha riferito in Parlamento che finora sono stati feriti negli scontri 68 agenti da pietre o bottiglie incendiarie e che dei 300 arresti effettuati di palestinesi o arabo israeliani, oltre la metà sono minorenni. Il ministero della Sanità palestinese ha calcolato in 1300 i feriti palestinesi da pallottole vere o ricoperte di gomma dall’inizio di ottobre, di cui 75 solo ieri negli scontri in Cisgiordania. Nel vuoto di iniziative politiche della comunità internazionale in grado di raffreddare la situazione, ieri una delegazione del Quartetto ha annunciato di aver spostato – su richiesta a quanto pare di Netanyahu, vista la situazione – la visita nella regione mentre il capo della diplomazia Ue Federica Mogherini ha avuto due conversazioni telefoniche con Netanyahu e con Abu Mazen in cui ha sottolineato “l’importanza di evitare azioni che alimenterebbero ancora di più le tensioni”.

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