Tsipras: la Grecia ripensa al prestito Ue
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Tsipras: la Grecia ripensa al prestito Ue

Continuano le trattative tra Atene e Bruxelles, ma intanto sale la tensione in Europa. Il premier sarebbe intenzionato a chiedere un’estensione sul prestito

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17 Febbraio 2015 - 22.41


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Per tutta la giornata di oggi la Grecia ha affermato che non intendeva accettare ultimatum dall’Unione Europea perché impegnata a “trovare una soluzione favorevole per tutti”. Il primo ministro greco Alexis Tsipras, all’indomani del fallimento delle trattative dell’Eurogruppo a Bruxelles e della convocazione di una nuova riunione per venerdì, in serata ha però reso noto che sarebbe intenzionato a chiedere mercoledì un’estensione di 6 mesi dell’accordo sul prestito che scade il 28 febbraio.

I termini sono ancora tutti da definire e il negoziato prosegue. Atene pone dei paletti: c’è differenza tra accordo di finanziamento e programma di aggiustamento. Il primo prevede prestiti, il secondo associa finanziamenti a impopolari misure di politica economica.

La discussione di oggi

“Il governo greco non accetterà ultimatum. È determinato a onorare il suo mandato e la storia della democrazia in Europa”, si legge nella dichiarazione che descrive il possibile accordo come “completamente fattibile”.

Intanto il braccio di ferro tra il nuovo governo greco guidato da Alexis Tsipras e l’Europa non sembra condizionare molto i mercati che continuano a puntare su un accordo sul debito ellenico.

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“Una certa tradizione – ha poi detto il premier greco, parlando davanti ai deputati del suo partito – vorrebbe che i nuovi governi prendessero delle misure in contraddizione con le loro promesse elettorali. Lo ripeto ancora una volta, noi onoreremo le nostre promesse di cambiamento”. E ancora, all’indomani dello scontro all’Eurogruppo, Tsipras ha ribadito: “Non cederemo al ricatto psicologico”.

Poi, riferendosi alle parole pronunciate ieri dal ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble, che si è detto “dispiaciuto per i greci”, che hanno eletto un governo che si comporta “in maniera abbastanza irresponsabile”, il primo ministro ha scandito: “Con grande rispetto e amicizia, vorrei dirgli che dovrebbe dispiacersi per la gente che cammina con il capo chino”, cedendo alle richieste di Berlino sull’austerity. Infine, Tsipras ha ricordato che l’unico debito che la Grecia “deve ripagare” è “la crisi umanitaria provocata dagli errori” contenuti nel piano di salvataggio, “non tradiremo la fiducia del popolo greco”.

Dal canto suo, il portavoce del governo di Atene, Gavriil Sakellaridis, parlando con la tv greca, ha ripetuto: “Non chiederemo un’estensione del memorandum neanche con una pistola alla testa”.

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Intanto, in Grecia, l’ex premier Antonis Samaras ha telefonato ai leader dei partiti To Potami, Stavros Theodorakis, e del Pasok, Evanghelos Venizelos, per proporre – come egli stesso l’ha definito – un coordinamento di un’azione comune delle forze filo-europee. I due partiti non hanno respinto la proposta del leader di Nea Dimokratia, ma hanno preferito per ora prendere tempo. Secondo i media, ambienti vicini al leader di To Potami hanno risposto che il partito non entra nella logica della creazione dei fronti comuni, ribadendo che ora tocca al premier prendere iniziative, mentre hanno ricordato la richiesta di Theodorakis di convocazione del presidente della Repubblica di un Consiglio dei leader dei partiti politici per affrontare la questione. Da parte sua l’ex premier ha scritto in una nota che “nonostante gli sviluppi spiacevoli, il governo deve proseguire le trattative, unica via per uno sviluppo positivo per la Grecia. La trattativa deve essere condotta in modo responsabile vista l’importanza della situazione: abbiamo percorso molta strada e adesso non si può far saltare tutto in aria. La rottura non è una soluzione”, conclude

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