La Germania alza la voce contro gli Stati Uniti
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La Germania alza la voce contro gli Stati Uniti

Berlino pensa che gli Usa non abbiano più intenzione di risolvere le crisi europee e per questo vuole prendere direttamente in mano le trattative con Mosca.

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26 Marzo 2014 - 22.23


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La crisi ucraina, il nuovo ruolo delle Russia ed i tentennamenti degli Stati Uniti stanno fornendo alla Germania un’occasione storica per riprendere voce sul piano internazionale. Consapevole della potenza economica che rappresenta e della posizione di “locomotiva europea”, Berlino sembra pronta ad abbandonare il ruolo di moderazione seguito per comprensibili ragioni storiche dalla fine della seconda guerra mondiale e sembra pronta ad alzare la voce per riprendersi il ruolo che le spetta sullo scacchiere mondiale.

Lo racconta con dovizia di particolari il “Balkan Magazin” che decida un’intelligente analisi agli ultimi movimenti nella politica estera occidentale: secondo questa ricostruzione la cancelleria Angela Merkel sarebbe pronta ad assumersi tutto il peso delle trattative con la Russia cercando di limitare i danni per l’annessone dell’Ucraina e di trovare con Vladimir Putin un accordo che dopo più di sessant’anni dalla fine del nazismo veda un’altra volta la Germania schierarsi in prima fila.

Tra Angela e Vladimir un colloquio non dovrebbe essere difficile almeno sul versante linguistico: quand’era studentessa nella Ddr l’attuale cancelliera della Germania vinse le olimpiadi comuniste per la conoscenza della lingua russa, negli ultimi mesi ha parlato con il leader del Cremlino per sette volte e sicuramente i due possono capirsi facilmente. A sua volta Putin ha un passato di capo sezione del Kgb in Germania e dunque parla correntemente il tedesco anche se d’ora in poi in questo genere di colloqui sarà meglio fare ricorso a interpreti professionali poiché ogni parola può giocare un ruoli importante.

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Il nuovo ruolo guida di Berlino nel gestire le tensioni con la Russia diviene sempre più evidente. Sebbene, infatti, la Germania non abbia un potere politico sufficiente dinanzi alle cinque grandi potenze del Consiglio di sicurezza, il presidente tedesco Joachim Gauck in una recente conferenza sulla sicurezza a Monaco di Baviera ha annunciato ufficialmente una più intensa conduzione della politica estera tedesca in quanto quarta economia del mondo “D’ora in poi parleremo con voce più forte”, ha detto

L’annuncio di Gauck era naturalmente coordinato con la linea seguita dal ministero degli Esteri guidato da Frank-Walter Steinmeier e nello stesso tempo Ursula von Leyen, ministro della Difesa e secondo molti futura cancelliera Germania in modo forte e chiaro ha sostenuto l’idea che la Germania a livello internazionale dovrebbe avere un “ruolo degno”.

La Merkel finora è rimasta in silenzio di fronte all’annuncio di cambiamenti nella politica estera, e questo per lei è tipico, prima lei permette agli altri di uscirsene con nuove idee, poi ascolta con attenzione e reagisce quando decide sia giunto il momento di unirsi al dibattito.

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Ma cosa significa l’annuncio che la Germania vuole impegnarai di più nella politica estera? In primo luogo, Steinmeier deve garantire che la responsabilità per le relazioni con l’Ue tornino al suo ministero, finora infatti fra crisi del debito e problemi dell’euro la maggiore voce in capitolo l’ha avuta il ministro delle Finanze. Steinmeier punta a migliorare le relazioni con la Francia, non solo all’interno della Ue ma anche al di fuori di essa, Berlino infatti vuole sostenere l’esercito francese in Africa. Ursula von Leyen gli tiene saldamente dietro e sostiene l’ idea dell’unità della politica estera dell’Unione.

Questa tuttavia è una strategia di lungo periodo, e quindi il ministro della Difesa deve anzitutto modificare l’opinione dei connazionali sul ruolo della Bundeswehr all’estero. Attualmente nelle 13 missioni internazionali in tutto il mondo ci sono circa cinquemila soldati tedeschi, e dopo la partenza della maggioranza dei membri della Nato dall’Afghanistan l’armata tedesca sarà tra fra le poche unità occidentali a rimanere lì.

I leader politici tedeschi si basano sulla previsione che gli Stati Uniti in futuro non saranno più pronti a risolvere i problemi europei come hanno fatto in precedenza. “Oggi la Germania è un buona Germania, la migliore che ci sia mai da allora”, questo è l’assunto di partenza: gli ultimi sondaggi hanno mostrato che il 62 per cento dei tedeschi non è d’accordo con l’idea che la Bundeswehr debba essere vive all’estero, pertanto Steinmeier continuerà a viaggiare per il paese assicurando gli elettori che è giunto il momento di dimenticare un o pacifismo spesso moraleggiante. Molti prevedono che sarà una fatica di Sisifo.

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La Bundeswehr appena realizzato una delle più grandi operazioni della sua storia portando via dall’Afghanistan la maggior parte delle sue truppe, armi e attrezzature. Ci sono voluti 4.800 container e più di 1.200 camion e altri mezzi di trasporto. L’operazione deve essere completata entro la fine di quest’anno e circa l’85 per cento del trasporto è effettuato attraverso il porto turco di Trabzon. Molte attrezzature vengono portare via a bordo dei giganteschi cargo “Ilyushin”, circa due volte più grande del più grande aereo della Bundeswehr. Ed anche questo, a ben vedere, potrebbe essere un punto di partenza per nuovi colloqui.

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