Minacce a Di Maio, perquisiti i responsabili: scoperti altri canali Telegram di propaganda russa
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Minacce a Di Maio, perquisiti i responsabili: scoperti altri canali Telegram di propaganda russa

Individuati, indagati e perquisiti i presunti responsabili delle minacce rivolte al ministro degli esteri, Luigi Di Maio. In mattinata gli investigatori della Polizia di Stato hanno effettuato verifiche in abitazioni e uffici di Milano, Vicenza ed Udine.

Minacce a Di Maio, perquisiti i responsabili: scoperti altri canali Telegram di propaganda russa
Luigi Di Maio
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16 Aprile 2022 - 12.32


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Leoni da tastiera e pure abbastanza sprovveduti. Individuati, indagati e perquisiti i presunti responsabili delle minacce rivolte al ministro degli esteri, Luigi Di Maio. In mattinata gli investigatori della Polizia di Stato hanno effettuato verifiche in abitazioni e uffici di Milano, Vicenza ed Udine.

In particolare – si spiega in una nota – dopo la pubblicazione su Twitter da parte del titolare della Farnesina di dichiarazioni in merito al confitto in Ucraina, è stata riscontrata la presenza di vari messaggi di risposta del seguente tenore: ‘Muori male, e magari per mano del popolo’, ed anche ‘Si dai, armateci e decideremo poi a chi vogliamo sparare’, poi ‘Non ci sono parole per descrivere, vai solo buttato nel rusco’.

Gli accertamenti sono stati portati avanti dagli inquirenti del Servizio Polizia Postale e dai magistrati della Procura di Roma, con gli operatori dei Compartimenti Polizia Postale di Milano, Trieste e Venezia, insieme a personale della Digos. Le verifiche sui social hanno chiarito che – si aggiunge – all`interno di canali riservati Telegram e pagine social VK sono stati trovati ulteriori messaggi minatori tra i quali, ad esempio, quello pubblicato all`interno di un canale di propaganda filo russa che testualmente recita: ‘Ma un cecchino… che ci ammazzi i 4 distruttori dell`Italia, non ce lo possiamo mandare?’.

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Le perquisizioni sono state eseguite nelle città di Milano, Vicenza e Udine ed hanno permesso di riscontrare sui telefoni la presenza degli account anonimi utilizzati per l`inoltro dei messaggi oggetto di interesse investigativo. “Il procedimento penale si trova nella fase delle indagini preliminari e, pertanto, gli indagati sono da ritenersi non colpevoli fino ad accertamento giudiziario definitivo”.

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