Il virologo Pregliasco: "Entro metà marzo, tutti i casi saranno legati alla variante inglese"
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Il virologo Pregliasco: "Entro metà marzo, tutti i casi saranno legati alla variante inglese"

Il direttore sanitario del Galeazzi di Milano: "Spero che le contromisure mitighino la diffusione. Le variante non devono comunque sconfortare la popolazione"

Il virologo dell'Università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco
Il virologo dell'Università degli studi di Milano, Fabrizio Pregliasco
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24 Febbraio 2021 - 09.58


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La diffusione della variante inglese riguarda ormai il 30% dei contagiati e rischia di diventare predominante.
Il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario Irccs Galeazzi di Milano mette in chiaro la situazione spiegando quanto ancora dovrà diffondersi: “I modelli ci dicono che per metà marzo il rischio è che tutti i casi di coronavirus siano collegati alla variante inglese. Speriamo che le azioni più mirate di zone rosse possano mitigare la diffusione”.

Poi aggiunge: “Il meccanismo del modello a colori funziona per mitigare, anche se non riesce ad arrivare al controllo della malattia. E’ ovvio che un lockdown pesante sarebbe difficile da adottare, considerando l’insofferenza sociale e i danni economiche che provocherebbe”.

Le varianti del virus Sars-CoV-2 – sostiene Pregliasco – “sicuramente preoccupano” ma “non devono essere considerate un dramma. Non bisogna dare messaggi che sconfortino in modo eccessivo la comunità”, ammonisce.

“Le varianti le cerchiamo e cercandole ne abbiamo maggiore contezza. Le tre varianti principali sono quelle che hanno elementi di contagiosità maggiore e ancora non è chiaro il motivo: sembra collegato non ad una carica virale maggiore – spiega il virologo -bensì ad una lunghezza maggiore del periodo di contagiosità, che andrebbe oltre i 10 giorni”.

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“Sicuramente ci deve essere grande attenzione alla scuola perché la variante riesce ad infettare anche i giovani, pur non facendoli ammalare. Bisogna aumentare il monitoraggio in quei contesti e rilanciare l’informazione per dare ai giovani una consapevolezza maggiore riguardo il Covid. Ogni contatto in questo momento è da considerarsi a rischio, meno contatti ci sono e più si abbassa il rischio. E’ difficile però considerare l’entità del rischio per ogni tipo di contatto”, aggiunge Pregliasco.

 

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