Stellantis, Prodi: "Partecipazione italiana? Ipotesi senza prospettiva, gli azionisti condividono la strategia attuale"
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Stellantis, Prodi: "Partecipazione italiana? Ipotesi senza prospettiva, gli azionisti condividono la strategia attuale"

Stellantis, Prodi: "L'ipotesi di una partecipazione dello Stato italiano all'azionariato di Stellantis per bilanciare la presenza francese, appare vuota di ogni prospettiva concreta"

Stellantis, Prodi: "Partecipazione italiana? Ipotesi senza prospettiva, gli azionisti condividono la strategia attuale"
Romano Prodi
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8 Febbraio 2024 - 10.57


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Romano Prodi, in un editoriale su Il Messaggero, ha parlato del caso Stellantis e della necessità di intervenire per riportare in Italia una parte della proprietà. «La strategia del Ceo di Stellantis è estremamente chiara: ridurre drasticamente i costi, moltiplicando gli investimenti e le capacità produttive verso i paesi a basso costo del lavoro, come Serbia e Marocco. Nello stesso tempo ogni funzione direttiva è trasferita in Francia, così come è sempre più francese la composizione dei quadri direttivi di medio ed alto livello».

«L’ipotesi di una partecipazione dello Stato italiano all’azionariato di Stellantis per bilanciare la presenza francese, appare vuota di ogni prospettiva concreta, dato che la strategia attuale è condivisa da tutti gli azionisti, compresa l’italiana Exor. E ben poco cambierebbero le cose, se non in direzione di un’ulteriore nostra emarginazione, se si dovesse procedere verso la fusione tra il gruppo Stellantis e la Renault».

Secondo Prodi, nella strategia italiana del settore dell’ automobile «il primo passo è in una politica di rafforzamento e concentrazione della componentistica stessa, dove esprimiamo grande eccellenza, e riguardo alla quale non si deve nemmeno escludere un rinnovato rapporto con la Magneti Marelli, ancora alla ricerca di una propria strategia dopo il distacco dal gruppo Fiat».

Inoltre, sarebbe «naturale il rafforzamento delle produzioni di alta gamma, il cui mercato è in continua crescita nel mondo e nel quale il Made in Italy fa premio su ogni altra origine».

«Una cosa però è certa: non possiamo fare nulla se non costruiamo una squadra di esperti capace di presentare nella loro giusta luce la risorse tecniche ed economiche del nostro Paese. Dato che abbiamo sostanzialmente svuotato tutti i ministeri delle capacità necessarie, perché non cominciamo a costituire una squadra di una ventina di giovani specialisti che, guidati da un anziano ed esperto imprenditore, o dirigente, con il mandato dell’intero governo, presenti agli investitori internazionali le nostre potenzialità?».

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