Calenda: "Convincerò Meloni sul salario minimo. Renzi? A settembre andrà via..."
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Calenda: "Convincerò Meloni sul salario minimo. Renzi? A settembre andrà via..."

Calenda sul rapporto con Italia Viva: "Prendo atto della volontà di divorzio dichiarata da Renzi e aspetto che si materializzi. Spero solo che avvenga in modo decoroso".

Calenda: "Convincerò Meloni sul salario minimo. Renzi? A settembre andrà via..."
Renzi e Calenda
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7 Agosto 2023 - 09.52


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Carlo Calenda incontrerà Giorgia Meloni per parlare di salario minimo e non solo. In un’intervista a La Repubblica, il leader di Azione ha parlato della proposta di legge unitaria fatta dall’opposizione – ad eccezione di Italia Viva di Matteo Renzo.

«Giorgia Meloni ci riceverà prima della pausa estiva per confrontarci sul salario minimo. Io non ho mai dato disponibilità a un incontro a due, si tratta di una proposta fatta da tutte le opposizioni. Il che è un valore da preservare. Poi certo, se i segretari degli altri partiti ritenessero di non venire, io andrei lo stesso. Va riconosciuto che la maggioranza ha ritirato l’emendamento soppressivo del nostro testo e aperto al dialogo». 

«Il problema in questo momento ce l’ha il centrodestra: è chiaro al Paese intero che il salario minimo serve, anche agli elettori dell’attuale maggioranza. Ed è urgente non solo per combattere l’inflazione, ma anche perchè le 500 mila persone a cui verrà levato il Reddito di cittadinanza devono poter trovare un lavoro che sia pagato in modo dignitoso. Non possono aggiungersi ai 5 milioni già in povertà lavorativa»,

«La nostra è una proposta moderata che rafforza la contrattazione nazionale e ha un tempo di introduzione lungo, 12 mesi, per dare la possibilità alle varie categorie di recepire i 9 euro l’ora. Si tratta di una soluzione molto valida, altrimenti non l’avrei firmata. E poi staremo ad ascoltarla, se lei ha altre idee immagino ce le dirà. Partendo però da un dato incontestabile: in Italia cominciano a essere troppi i contratti che non garantiscono un salario degno».

Calenda ha poi parlato del rapporto con Renzi, sottolineando come le strade, si siano già separate «quando Renzi ha deciso di non dar vita, come avevamo promesso, a un partito unico dei liberal-democratici, negando la fusione fra Iv e Azione. Quanto successo dopo è la logica conseguenza: le nostre strade sono già separate da tempo». 

«Oggi è estremamente improbabile che Iv e Azione corrano insieme alle Europee» ma ricorda che i gruppi parlamentari unici «sono formati sulla base di un simbolo che ha un nome dentro, e non posso essere certo io ad andarmene dal mio nome. Lo devono fare loro, se lo ritengono». 

«Non so che dire, ci sono tutta una serie di annunci caduti nel vuoto. Ma credo che a settembre se ne andranno. Abbiamo cercato di far convivere in Parlamento alcune linee politiche comuni, ma non è andata bene. Prendo atto della volontà di divorzio dichiarata da Renzi e aspetto che si materializzi. Spero solo che avvenga in modo decoroso» 

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