Carlo Calenda fa il garantista sul caso D’Alema, indagato (e perquisito) per una vendita di navi e aerei militari in Colombia, ma fino a un certo punto. «D’Alema è innocente fino a prova contraria – sostiene il leader di Azione – ed è plausibile che tutto finisca in nulla come tante volte accaduto. Glielo auguriamo di cuore. Il fatto che il suo comportamento sia inaccettabile eticamente è altrettanto innegabile».
«Etica e giustizia penale sono cose diverse e la confusione di questi piani è il motore del giustizialismo in Italia. Ma una politica dove tutto è accettabile o non giudicabile se non ancora oggetto di una condanna penale è una politica morta. Sostenere che l’etica dei comportamenti non è un parametro di valutazione della qualità della politica è una disfunzione grave quanto ritenere che ogni comportamento poco etico sia penalmente rilevante».