Aggressione fascista, Nardella: "Il silenzio di Meloni è assordante, abbasserebbe la tensione"
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Aggressione fascista, Nardella: "Il silenzio di Meloni è assordante, abbasserebbe la tensione"

Firenze, Nardella (Pd): "Il fascismo appartiene a una precisa fase storica, il rischio di oggi è che si rimettano in discussione non violenza, eguaglianza, autonomia scolastica. È un rischio per la democrazia".

Aggressione fascista, Nardella: "Il silenzio di Meloni è assordante, abbasserebbe la tensione"
Dario Nardella
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25 Febbraio 2023 - 09.53


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La questione dell’aggressione fascista a Firenze non è ancora chiusa, mentre il governo Meloni ha pensato bene di prendersela con la preside che ha provato a sensibilizzare gli studenti sui rischi dell’indifferenza per combattere la violenza (fascista e non). Dario Nardella, sindaco del capoluogo toscano, ne ha parlato con il Corriere della Sera.

«Non tutti hanno condannato nettamente ciò che è accaduto, e il silenzio rischia di essere frainteso come avallo. Il fascismo appartiene a una precisa fase storica, il rischio di oggi è che si rimettano in discussione non violenza, eguaglianza, autonomia scolastica. È un rischio per la democrazia».

«Più che un allarme qui ci sono dei fatti, generati da movimenti studenteschi di destra o, come nel caso dello striscione al liceo Da Vinci, di chiara ispirazione neofascista. Giusto non alimentare un allarmismo strumentale, ma quel che è successo è perfino più grave: l’indifferenza è sorella della violenza e dell’odio. Il silenzio della premier è diventato assordante, soprattutto dopo le parole del presidente Mattarella, che ringrazio a nome di tutta Firenze. Una sua condanna inequivocabile contribuirebbe ad abbassare la tensione».

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«La lettera della preside dovrebbe essere letta in tutte le scuole, altro che bruciarla. Il ministro ha fatto bene a fare marcia indietro, anche se mi aspetto da lui una difesa del diritto-dovere di ogni preside di richiamare studenti e colleghi a combattere l’indifferenza, soprattutto di fronte alla violenza. Lo invito a Firenze, a parlare con ragazzi e insegnanti».

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