Meloni e la devozione a rosario e Madonna: se tenesse a mente la misericordia sarebbe meglio
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Meloni e la devozione a rosario e Madonna: se tenesse a mente la misericordia sarebbe meglio

Il culto mariano di chi tanto ama il rosario da tenerlo ieri nei comizi di piazza e oggi sulle agende degli impegni governativi non va d'accordo con la protervia

Meloni e la devozione a rosario e Madonna: se tenesse a mente la misericordia sarebbe meglio
Giorgia Meloni
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Riccardo Cristiano Modifica articolo

24 Dicembre 2022 - 14.20


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Fa piacere vedere che dalle agende del nostro presidente del consiglio, Giorgia Meloni,  emerge un rosario, simbolo mariano per eccellenza. Lo tiene così, come forse qualche curato di campagna faceva anni fa. Impreziosisce il panorama di una Natale troppo spesso consumista? Piuttosto manca il presepe nell’immagine che è apparsa su tutti i giornali. Non si capisce bene come si tenga quel rosario che sembra avvolgere le due agende tenute una sull’altra da Giorgia Meloni a pochi giorni dal Natale.

Alle sue spalle si vede un meno devoto albero di Natale, che certo non cerca di rappresentare un’apertura a tradizioni diverse, ma confermare la larga visione cristiana di chi ci guida. Forse è questo lo stacco rispetto a un altro affezionato alla tradizione mariana del rosario, simbolo arrivato tardissimo tra quelli forti del cristianesimo.

Ritenuto molto identitario perché collegato alla battaglia di Lepanto, quando le novene nelle chiese dello stato pontificio a suon di rosari avrebbero aiutato a sconfiggere i saraceni. Certo in quella battaglia di Lepanto chi ci aggrediva non si presentava con imbarcazioni scassate, non cercava soccorso. E il culto mariano di chi tanto ama il rosario da tenerlo ieri nei comizi di piazza e oggi sulle agende degli impegni governativi si troverebbe meglio nella vera preghiera mariana, quella che compose proprio lei, come riferisce il vangelo, e che parla di tutt’altra battaglia. Si legge infatti nel Magnificat composto da Maria in persona:

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 di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati
ha rimandato i ricchi a mani vuote.


Ecco, questa devozione mariana basata sulla misericordia sarebbe utile a tutti, soprattutto nell’avvicinarsi del Natale che ricorda un bambino venuto al mondo in una mangiatoia, dove di solito si pone il cibo. Dunque quel bambino ci dice di sé che è alimento di misericordia, non di inimicizia o di protervia, magari. Così ci si può chiedere se oltre ai simboli forse contesi a colpi di immagini e alberi scintillanti, la devozione mariana dei governanti non potrebbe, volendo, riguardare piuttosto il messaggio, l’alimento che disperde i superbi, che rovescia i potenti, innalza gli umili.

Non che ci serva per forza una leadership devota, ma se chi tale si contendesse l’accesso al nutrimento giunto a Betlemme in occasione del Natale sarebbe un inizio diverso, che potrebbe interessare anche chi devoto non si sente. Per scoprire un’altra devozione. 

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