Nardella (Pd): "Il congresso non deve essere un regolamento di conti, sarebbe la fine"
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Nardella (Pd): "Il congresso non deve essere un regolamento di conti, sarebbe la fine"

Dario Nardella: «Guai se questo congresso del Pd diventa l'ennesimo regolamento dei conti: sarebbe l'ultimo, fatale, congresso, e firmerebbe la sua fine politica».

Nardella (Pd): "Il congresso non deve essere un regolamento di conti, sarebbe la fine"
Dario Nardella
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24 Ottobre 2022 - 14.08


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Dario Nardella, sindaco di Firenze, in un’intervista a Controradio ha parlato del prossimo Congresso costituente del Pd, un appuntamento che dovrà tenersi il prima possibile per iniziare l’inversione di tendenza che i democratici dovranno per forza di cosa effettuare.

«Guai se questo congresso del Pd diventa l’ennesimo regolamento dei conti: sarebbe l’ultimo, fatale, congresso, e firmerebbe la sua fine politica. Mi auguro che dalla direzione nazionale – ha aggiunto – non solo venga fuori un percorso congressuale ordinato, ma anche un’idea di congresso apertissimo alla società civile, al mondo civico, alle nuove generazioni, a chi vota Pd ma non ha la tessera, anche a chi non ha votato il Pd e vorrebbe rivotarlo».

«Mi batterò fino alla fine perché sia un congresso vero, dove al centro ci siano le idee, ci sia lo sforzo di dare un’identità nuova e di promuovere un ricambio generazionale dei gruppi dirigenti, dove per generazionale non intendo solo l’aspetto anagrafico ma anche quello politico».

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«Il Pd non deve utilizzare questi mesi di congresso per un riposizionamento tattico dei vari gruppi di potere di questo partito. Questo è centrale: se noi facciamo un congresso in cui il metro di decisione si basa sulla domanda `Tu con chi stai?´, allora vuol dire che non abbiamo capito niente»

«Credo che il Pd debba fare un grande bagno di umiltà – ha proseguito il sindaco di Firenze -, e debba analizzare senza nevrosi o drammi quella che è una sconfitta politica, e non saprei definirla diversamente, una pesante sconfitta politica che ha portato per la prima volta la destra al governo. Penso che lo debba fare ripartendo dai rapporti con i territori, con le comunità, con le persone, con il mondo del lavoro».

«Il Pd ha avuto un grande deficit di credibilità – ha aggiunto -, perché in campagna elettorale sono state anche usate le parole giuste, penso alla battaglia della `quattordicesima´, penso alle battaglie contro le diseguaglianze sociali, anche alle proposte innovative sul fronte dell’ambiente: il programma elettorale del Pd secondo me è stato il più avanzato. Però non abbiamo vinto, perché non siamo stati credibili, oltre al fatto che non ci siamo presentati uniti».

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«Il centrosinistra ha vinto due volte negli ultimi 30 anni, ed è successo nel ’96 e nel 2006 con Romano Prodi e una coalizione che è stata molto larga. Questi sono i dati: però abbiamo anche perso perché non siamo stati sufficientemente credibili»

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