Renzi attacca l'inchiesta Open: "Testimoniano Bersani e Rosy Bindi perché è un processo politico"
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Renzi attacca l'inchiesta Open: "Testimoniano Bersani e Rosy Bindi perché è un processo politico"

Il leader di Italia Viva: "Da due anni parlano solo le veline degli investigatori. Due anni di processo mediatico senza contraddittorio. Due anni di comunicazione a senso unico".

Matteo Renzi
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11 Novembre 2021 - 17.19


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Lui non ci sta e passa al contrattacco: 

L’indagine sulla Fondazione Open è “un processo politico alla politica, che inizierà nelle aule solo nel 2022 ma che è da anni sulle pagine dei giornali”. Lo scrive Matteo Renzi nella sua ultima enews.

“Lo schema è semplice. Fanno una pesca a strascico di centinaia di telefonini, computer, movimenti bancari. Prendono le mie conversazioni degli ultimi dieci anni con gli amici più stretti (ho trovato negli atti giudiziari persino gli sms in cui fisso di andare a messa da un sacerdote amico o domando a degli amici che stanno venendo a cena quali pizze vogliono: raffinata tecnica investigativa, insomma!) -prosegue il leader di Iv-. E poi rovesciano tutto in 92.000 pagine che vengono consegnate agli indagati a pagamento (io ho speso più di

4.000euro solo per avere il dischetto) e gratis a qualche giornalista amico”.

“I giornalisti, di conseguenza, pubblicano la vita delle persone presa dal buco della serratura per dieci anni. Ho letto nelle carte i miei sms – illegittimamente captati: ero senatore e non ero peraltro nemmeno indagato – mentre cerco di capire insieme a Marco Carrai come aiutare un comune amico che stava morendo di tumore: dove è la rilevanza penale di tutto ciò? Davvero si può violare la Costituzione e la Legge solo per attaccare un avversario politico?”, chiede Renzi.
Sono entrati nel mio telefonino, nel mio conto corrente, con le foto dentro casa mia, nei miei viaggi in aereo, nelle mie soste all’Autogrill: l’obiettivo non è l’indagine giudiziaria ma il massacro mediatico. Che, non a caso, sta avvenendo.

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Perché si parla solo di me e non dei problemi del Paese”, prosegue Renzi.

“Perché si parla della opportunità delle mie conferenze all’estero (attenzione: nessuno mette in discussione la legittimità, ma solo l’opportunità) e non c’è nessuno che ricordi che io incasso dei soldi per le mie conferenze e pago le tasse in Italia. Quindi non sto rubando niente, anzi: sto contribuendo con le mie tasse ai servizi del Paese -scrive ancora il leader di Iv-. Ma i talk sono solo sulle mie attività lecite, non su chi ruba i soldi del reddito di cittadinanza.

I talk sono solo sulle mie attività lecite, non su chi chiedeva il 5% sulle mascherine, mentre l’Italia era in emergenza. I talk sono solo sulle mie attività lecite, non sullo scandalo dei soldi pubblici buttati per i banchi a rotelle”.

“E io dico che va bene così. Perché questa vicenda di Open è solo all’inizio. Da due anni parlano solo le veline degli investigatori.

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Due anni di processo mediatico senza contraddittorio. Due anni di comunicazione a senso unico. Quando finalmente inizierà il processo, inizieremo a parlare anche noi. E mostreremo come sia politico il processo di chi chiama a testimoniare Pierluigi Bersani e Rosy Bindi.

Qui non si parla dei finanziamenti, qui si processa la politica, chiamando a testimoniare avversari politici. Se vi sembra normale, va bene così”, sottolinea Renzi.
“L’importante, in questi casi, è non permettere a nessuno di toglierti il sorriso. Intendiamoci: l’amarezza potete immaginarla. La sofferenza di chi mi sta vicino anche. Ma io quando sono sotto attacco, paradossalmente, reagisco meglio che nei momenti in cui va tutto bene. Vogliono processarci perché abbiamo fatto politica? Bene, faremo politica ancora di più. A cominciare dalla Leopolda. E andremo in tribunale per chiedere giustizia”, conclude Renzi.

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