Vertice dei leader del centro destra: bisogna sciogliere il nodo dei candidati
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Vertice dei leader del centro destra: bisogna sciogliere il nodo dei candidati

Nel pomeriggio il vertice tra i leader dei partiti della coalizione Salvini, Tajani e Meloni. Non ci sono ancora i candidati per le grandi città, a cominciare da Roma e Milano

Tajani, Salvini e Meloni
Tajani, Salvini e Meloni
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24 Maggio 2021 - 09.13


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Il tempo stringe e se il centro sinistra non ha ancora trovato la quadra del complesso schema su alleanze e candidati per le elezioni amministrative, il centro destra non se la passa meglio. Oggi è fissata per le 17,30 una riunione tra i leader, insieme ai rappresentanti degli enti locali del centrodestra si vedranno a Montecitorio negli uffici dei gruppi della Lega. Salvini, Meloni e Tajani dovranno sbrogliare la matassa delle candidature nelle città più importanti dove si andrà al voto.
Per ora l’accordo di massima tra le forze politiche dell’alleanza è sui comuni sotto i 15 mila abitanti ma soprattutto su Roma e Milano non c’è ancora alcuna convergenza dopo la decisione di Bertolaso e Albertini di non scendere in campo.
Entrerà nel vivo la partita sulla Capitale. Fratelli d’Italia dovrebbe mettere sul tavolo ufficialmente l’opzione Michetti, il professore di diritto e avvocato, nonché opinionista di ‘Radio radio’. Ipotesi però invisa dall’azzurro Gasparri (“Non appoggeremo – ha ribadito oggi il senatore di Fi – candidati sconosciuti”) e che non sarebbe gradita neanche dal partito di via Bellerio. La Lega inviterà Fdi a giocare a carte scoperte, a fare un nome per evitare che la partita si prolunghi oltremodo. Al momento si continua a puntare su un civico. Tra i nomi anche quello dell’ex comandante generale dei carabinieri Nistri, una candidatura che non convincerebbe Fdi.
Salvini ha fatto sapere di avere una rosa di dieci nomi. La Lega, tra gli altri, potrebbe lanciare anche quello dell’europarlamentare Rinaldi.
Il ‘puzzle’ delle candidature è complicato anche a causa della vicenda Copasir: Fdi insiste sulla necessità di far sì che il dimissionario Urso possa diventare presidente dopo il passo indietro del leghista Volpi, ritiene che le altre forze politiche possano votarlo anche senza il consenso del partito di via Bellerio e che spetti alle presidenze delle Camere sciogliere il nodo della composizione del comitato. Non è dello stesso avviso la Lega che ha chiesto le dimissioni di tutti i membri del Copasir. E gradirebbe un’alternativa, La Russa o il capogruppo di Fdi al Senato Ciriani.
“Dopo le dimissioni di Volpi e Arrigoni, è sempre più sorprendente che gli altri membri del Copasir siano ancora al loro posto. Dovrebbero lasciare tutti l’incarico, così da azzerare il comitato e ricominciare con un nuovo assetto. Per la Lega, gli interessi dell’Italia valgono più di qualsiasi poltrona: per gli altri partiti?”, dice il capogruppo della Lega alla Camera Molinari.
Ancora da decifrare infine il ‘rebus Milano’. In lizza ci sono il centrista Lupi, l’imprenditore Ruggiero e il professore della Bocconi Dallocchio. “Troveremo una sintesi”, la convinzione dei leader del centrodestra. Possibile che domani il vertice sia comunque interlocutorio e che il passaggio successivo sia il via libera a dei sondaggi su una rosa di nomi sia a Milano che a Roma. “Il problema  – spiega un ‘big’ della coalizione – è che più passa il tempo e più arriveranno altri no da eventuali candidati…”.

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