Sì a Draghi, la rottura di Di Battista: "Mi faccio da parte non parlerò più a nome del M5s"
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Sì a Draghi, la rottura di Di Battista: "Mi faccio da parte non parlerò più a nome del M5s"

Il grillino si era battuto per il no al governissimo: "Se poi un domani la mia strada dovesse incrociarsi di nuovo con quella del M5s, dipenderà esclusivamente da idee politiche"

Di Battista
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11 Febbraio 2021 - 20.12


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Lui è il grande sconfitto. Ma chissà cosa accadrà in futuro: “È stata una bellissima storia d’amore”. Alessandro Di Battista saluta così i militanti, gli attivisti e “gli ex colleghi” del Movimento 5, perché “in una comunità le decisioni si devono rispettare, si possono anche accettare se una persona non è d’accordo. Ma stavolta non riesco a digerirle, la mia coscienza politica non ci riesce”. E dunque “non posso che farmi da parte, non parlerò più a nome del M5s perché da tempo il M5s non parla più a nome mio”.
Nessun accenno a nuove iniziative politiche, solo la sottolineatura di quel 60% di sì al governo Draghi che ovviamente comporta un 40% di contrari, la difesa di “un presidente perbene come Conte”, e il richiamo agli insegnamenti del fondatore Beppe Grillo per motivare la sua decisione: “Lo ringrazio, è lui che mi ha insegnato a prendere posizione, anche controcorrente. Non ce la faccio ad accettare un Movimento che governo con questi partiti, anche con le migliori intenzioni del mondo”. 
La porta però non è definitivamente chiusa: “Se poi un domani la mia strada dovesse incrociarsi di nuovo con quella del M5s, dipenderà esclusivamente da idee politiche, atteggiamenti e prese di posizione, non da candidature o da possibili ruoli”.
In un video su Facebook, Di Battista esprime comunque “grandissimo rispetto per la decisione degli iscritti. Al di là di quello che si può pensare sulla stesura del quesito, gli iscritti sono raziocinanti e non si lasciano influenzare. Il sì ha vinto al 60%, zero polemiche”. 
E tuttavia “posso mettercela tutta a difendere scelte che non ho condiviso, ma questa scelta politica in particolare, un governo nato per sistematizzare il M5s e buttare giù un presidente per bene come Conte, non riesco a superarla. Faccio i miei auguri ai miei ex colleghi. Con molti di loro i rapporti sono buoni, gli faccio un in bocca al lupo per questo terzo governo nella legislatura. Saluto gli attivisti, è stata una bellissima storia d’amore, piena di gioie e vittorie, anche con qualche delusione. Ma non posso non considerare determinate mie opinioni: mi auguro di sbagliarmi su questo governo, ma non posso andare contro la mia coscienza”.

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