Di Maio festeggia: "Il governo è più forte" (ma il M5s non esiste più)
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Di Maio festeggia: "Il governo è più forte" (ma il M5s non esiste più)

Il ministro commenta sul Fatto i risultati elettorali: "L’assalto delle opposizioni alla diligenza del Recovery Fund è fallito"

Di Maio e Crimi
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22 Settembre 2020 - 07.07


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“Di certo c’è stata una forte polarizzazione del voto. Lo schema a tre non ha funzionato. Dobbiamo tenere conto del fatto che dove siamo in coalizione spesso andiamo meglio nelle urne. E questo deve farci valutare anche intese con liste civiche”: lo afferma l’ex capo politico del M5S, Luigi Di Maio, in una intervista al Fatto Quotidiano commentando i risultati delle elezioni regionali.

Dopo l’esito delle urne, secondo Di Maio, “l’esecutivo è più forte. L’assalto delle opposizioni alla diligenza del Recovery Fund è fallito. E ci sono dati che colpiscono: per esempio Luca Zaia in Veneto con la sua lista prende molto più della Lega”.

Di Maio ribadisce che le posizioni del Movimento, nei confronti del Pd, “rimarranno le stesse, ci sono delle differenze tra noi. Ma con il Pd lavoro bene e lavoro benissimo con Nicola Zingaretti. Gli hanno rivolto attacchi ingiusti”.

Esclusa, per il momento, l’ipotesi di un rimpasto: “Abbiamo sempre detto tutti che le Regionali non avrebbero influito sul governo, e così deve essere. Non credo che il Pd chiederà il rimpasto”.

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Particolarmente soddisfatto, Di Maio, per l’esito del referendum: “Sono orgoglioso di aver fatto la campagna per il Sì, esponendomi molto. Ho ricevuto molti attacchi, l’avevano trasformato in un referendum sul Movimento e su di me”. “Io lo vedo – aggiunge – piuttosto come la porta verso un nuovo inizio. Ora può iniziare una stagione riformatrice che segnerà i prossimi tre anni del governo. E non penso solo alla legge elettorale e alla necessità di evitare che gli eletti siano paracadutati dai partiti. Parlo anche della riduzione degli stipendi dei parlamentari, magari legandoli all’effettiva presenza, e di norme per scoraggiare i cambi di casacca, intervenendo sui regolamenti parlamentari”.

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