La consigliera renziana di Italia Viva: "Non voterò la mozione di sfiducia contro Fontana"
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La consigliera renziana di Italia Viva: "Non voterò la mozione di sfiducia contro Fontana"

Patrizia Baffi non aveva sottoscritto la mozione: "La Lombardia non può permettersi di affrontare le sfide dell'autunno-inverno con lo spettro di nuove elezioni regionali".

Patrizia Baffi e Attilio Fontana
Patrizia Baffi e Attilio Fontana
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29 Agosto 2020 - 17.11


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Onestamente non si capisce a che gioco stia giocando. E non si capisce se Renzi sia d’accordo: la consigliera regionale di Italia Viva in Lombardia, Patrizia Baffi, non ha sottoscritto la mozione di sfiducia contro Attilio Fontana presentata dalle opposizioni e non voterà in aula. Lo precisa in un comunicato.
“Ci troviamo di fronte – argomenta – a una ripartenza delicatissima, piena di incognite e certamente non facile. La Lombardia, con i suoi 10 milioni di abitanti e il suo ruolo produttivo in Italia, in Europa e nel mondo, non può permettersi di affrontare le sfide dell’autunno-inverno con lo spettro di nuove elezioni regionali. Questo – afferma – sarebbe il risultato automatico se la mozione di sfiducia passasse: ci ritroveremmo senza vertici regionali e con una campagna elettorale nel bel mezzo della stagione fredda, proprio quando sappiamo che la Covid19 tornerà a colpire”.
Per questo motivo, “con senso di responsabilità, giudico sbagliata la scelta di presentare una mozione di sfiducia contro il Presidente Fontana. Naturalmente – continua – so bene che la mozione ha pochissime probabilità di passare. E allora mi chiedo: ha senso utilizzare il mandato elettorale -per il quale siamo pagati dai cittadini, non dimentichiamolo- allo scopo di presentare mozioni di sfiducia puramente fini a se stesse? Ha senso voler piantare bandierine ideologiche prive di concretezza, che non portano alcun effettivo vantaggio ai nostri concittadini? La risposta è no”
E ancora: “Coerentemente col mio percorso in Consiglio Regionale, non intendo perdere tempo con azioni di disturbo. Se – aggiunge – vogliamo valutare seriamente e giudicare con cognizione di causa la gestione dell’emergenza, abbiamo la sede per farlo: la Commissione d’Inchiesta”.
In più, sottolinea, “se vogliamo migliorare la risposta regionale all’emergenza abbiamo molteplici strumenti per interagire con la giunta ed è ciò che precisamente io faccio in continuazione, ottenendo risultati tangibili. Questo, per me, è essere minoranza, in un contesto di stress sistemico come quello generato dalla pandemia: esercitare controlli, proporre migliorie, richiedere integrazioni, raccogliere dati e documenti. In definitiva, servire i cittadini, non le segreterie di partito”.

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