Tria smentisce le voci: l'ipotesi dimissioni non esiste, ecco perché
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Tria smentisce le voci: l'ipotesi dimissioni non esiste, ecco perché

In serata il voto di fiducia sul testo di un maxiemendamento alla legge di bilancio che include le modifiche approvate in commissione

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7 Dicembre 2018 - 14.30


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Un vertice di maggioranza per mettere a punto la manovra economica del governo, senza la presenza però del ministro dell’Economia Giovanni Tria. Quanto basta per alimentare di nuovo le voci di scontento circa l’operato titolare del dicastero di via XX settembre, in particolare da parte del Movimento Cinque Stelle che ne avrebbe chiesto le dimissioni. Voci però subito smentite dal leader M5S e vicepremier Luigi di Maio e poi dallo stesso ministro Tria. Tria, mie dimissioni ipotesi che non esiste “Le dimissioni sono un’ ipotesi che non esiste”, ha detto il ministro per l’Economia a margine di un convegno dell’Ocse a Venezia. Sull’ipotesi di contatti con esponenti politici dell’opposizione il ministro ha aggiunto “non c’è nessun messaggio”.

Ipotesi dimissioni Tria. Di Maio: smentisco categoricamente “Smentisco qualsiasi voce e notizia sulla volontà di far dimettere il ministro Tria, lo smentisco categoricamente”, ha detto Di Maio. “Tria – ha aggiunto – sta facendo un gran lavoro e deve restare al ministero del Tesoro”. Il ministro dello Sviluppo Economico ha quindi spiegato che l’incontro di ieri era “un vertice politico sugli emendamenti” alla manovra, che ha permesso di trovare un accordo sul taglio delle pensioni d’oro e sui fondi all’editoria.

Oggi il voto di fiducia sulla legge di bilancio Il governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sul testo di un maxiemendamento alla legge di bilancio che include le modifiche approvate nel pomeriggio in commissione Bilancio. La richiesta è stata annunciata ieri in Aula dal ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro. Il voto è previsto in serata. La seduta inizierà alle 17.30 con le dichiarazioni di voto, la prima chiama per il voto di fiducia è prevista alle 18.50 e la conclusione del voto alle 20.15. Poi seguirà l’esame sugli articoli dal 2 al 19, le tabelle allegate alla legge, e le relative votazioni che saranno 40. A seguire, l’esame degli ordini del giorno che, allo stato attuale, sono 297. Si dovrà tenere un Consiglio dei ministri tecnico per l’approvazione della nota di variazione che sarà successivamente votata in commissione e in Aula. L’incontro tra Conte e Juncker L’incontro tra Conte e Juncker ci sarà “probabilmente la prossima settimana”, ma al momento non è ancora confermato e quindi non è stato inserito nell’agenda settimanale di Juncker pubblicata oggi. Lo ha detto un portavoce della Commissione Ue.    “Aggiorneremo” l’agenda “quando la situazione cambierà”, ha aggiunto. “Conte e Juncker hanno parlato al telefono l’altro ieri e hanno deciso di rimanere in contatto e quindi il dialogo prosegue”, ha concluso. 

Testo modificato in commissione Bilancio Il testo della manovra è stato oggetto oggi di modifiche da parte del Bilancio, poiché alcune disposizioni presentavano profili problematici dal punto di vista della copertura finanziaria. Non solo: ritoccata l’ecotassa per le vetture inquinanti, dopo le tensioni nella maggioranza con l’alt di Matteo Salvini: “Tutelare l’ambiente, ma senza imporre nuove tasse”, ha detto il vicepremier e ministro dell’Interno intervenendo al forum Ansa e sottolineando: “Con me, con il sostegno della Lega, non passerà mai”. Sull’imposta crescente – dai 150 ai 3.000 euro – se si immatricolerà un’auto nuova con emissioni superiori ai 110 g/km, c’è stata la ribellione del settore. 

Ritoccata l’ecotassa Secondo la proposta di modifica – approvata in commissione Bilancio – sarà dato un incentivo – da 6.000 a 1.500 euro – per i veicoli con emissioni tra 0 e 90 g/km di CO2. La Lega però si dice pronta a modificarla al Senato. “Pur condividendo il fatto che vada incentivato l’acquisto di auto elettriche, siamo contrari a un aggravio di costi per chi acquista auto di normale dotazione. Pertanto cambieremo la norma al Senato”, ha detto Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega a Palazzo Madama. Ma il sottosegretario all’Economia M5s, Laura Castelli va all’attacco: “La volontà del governo è quella di tenerla. Sta nel contratto di governo”, dice parlando in commissione Bilancio della Camera. “Le persone meno abbienti non sono colpite – ha chiarito – c’è stato un dibattito mediatico, ma penso che la norma non sia stata letta in maniera approfondita. Non colpisce né chi ha ha un’auto vecchia né chi acquista un’utilitaria sotto una certa cilindrata”. 

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