Taverna sulle espulsioni: felice come una iena
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Taverna sulle espulsioni: felice come una iena

La parlamentare grillina non ha ripensamenti sull'epurazione dei dissidenti. Migliore lancia un appello a Mineo: dialogo con gli espulsi.

Taverna sulle espulsioni: felice come una iena
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28 Febbraio 2014 - 09.57


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La bufera sull’espulsione dei senatori dissidenti continua ad investire il Movimento 5 Stelle, ma c’è qualcuno che festeggia. «Abbiamo fatto finalmente chiarezza. Sono felice come una iena. Lo dice a ‘Repubblica’ Paola Taverna a proposito delle espulsioni nel gruppo del Movimento 5 Stelle. »Stanotte pensavo: dov’è l’inghippo. Poi mi sono iluminata: il Pd vuole entrare nel Pse. E Renzi, per entrarci, ha bisogno di cambiare maggioranza«, spiega la senatrice grillina aggiungendo a proposito degli espulsi: » Faranno insieme un gruppo aggiuntivo per Renzi«. A proposito della voce che parla di altri sette abbandoni al gruppo, la Taverna dice: »Siete fuori strada. Molti di meno, se mai qualcuno dovesse ancora andarsene«.

Il senatore Pd Corradino Mineo torna sul dialogo con il M5S sottolinea: «discutiamo con alcuni di loro in modo esplicito, senza inciuci». Mineo si sofferma sull’ipotesi di un gruppo comune con i dimissionari del movimento: «Partiamo da un dato: in ogni processo ci sono dei tempi tecnici. Ecco – sottolinea il giornalista – ci sono persone che devono elaborare il lutto». Il Senatore insiste sul ruolo che alcuni esponenti del M5S possono avere nella costruzione del Nuovo centrosinistra: «Sel, civatiani e una parte dei grillini possono portare avanti una battaglia comune, questo è certo. Il Nuovo centrosinistra – chiarisce – non è un partito, nè si può inventare in cinque minuti. Ma può esserci in Parlamento». E insiste: «Auspico anche un rapporto, un collegamento tra noi, Sel e una parte del Movimento». Mineo esclude una scissione dei civatiani: «Il Paese ci chiede di fare le cose, anche se non ci piace il modo con cui siamo arrivati a questo punto». E rivela di aver votato la fiducia al premier «perchè un pezzo d’Italia considera Renzi l’ultima chance». Infine, riflette anche sul Nuovo Centrodestra: «hanno due elementi che li mettono in difficoltà. Innanzitutto Berlusconi. E poi – conclude – questo movimento a sinistra, che sembra prefigurarsi come una grossa rottura».

Migliore apre ai dissidenti. «Non penso ad annessioni o a inviti maliziosi, ma alla possibilità di un progetto politico comune». Così, Gennaro Migliore, presidente dei deputati di Sel apre ai dissidenti del M5S. Il capogruppo Sel riflette sulla possibilità di costituire un gruppo in Parlamento con alcuni Cinque Stelle: «La questione, dal punto di vista politico, è oggettiva».

E insiste: «Una convergenza tra le anime libertarie e democratiche dei grillini e una esperienza della sinistra – più tradizionale sebbene innovativa come la nostra – è possibile». Per Migliore, l’iniziativa dovrebbe però partire dagli stessi dissidenti: «credo», sottolinea «che debbano essere gli esponenti del M5S a decidere come organizzarsi, in modo che sia pienamente garantita la loro identità politica».

Il capogruppo riflette anche su un eventuale ruolo dei civatiani in questo nuovo gruppo: «se si riuscisse a raggiungere una consistenza di 20 e più senatori – sottolinea Migliore – ciò rappresenterebbe anche una evidente alternativa a un quadro politico bloccato dall’ipoteca sul governo da parte del Ncd». In merito al sostegno al governo di Matteo Renzi, il capogruppo sottolinea che Sel è all’opposizione ma precisa: «Bisogna uscire dalla logica che vuole si voti sempre sì o sempre no: Sel voterà nell’interesse dei cittadini».

Becchi: i traditori del programma vanno espulsi – «Non è stata una decisione presa dall’alto per le critiche a Beppe Grillo, ma per il mancato rispetto dei principi del Movimento 5 Stelle, nel merito sono d’accordo con le espulsioni, il metodo mi crea dei problemi, sono dei traditori e vanno trattati come tali». Così il professore dell’Università di Genova Paolo Becchi, da alcuni considerato un gurù del M5s, commenta le recenti espulsioni dal movimento a margine di un incontro pubblico.

«Era una decisione da prendere prima – ha sottolineato – verso un gruppo di persone elette che non rispetta i principi del movimento del mandiamoli tutti a casa, nessuna alleanza né a destra né a sinistra. Una decisione da prendere prima, facendo capire che chi non rispetta il programma è fuori dal parlamento e dal M5s». «Già dall’espulsione della senatrice Gambaro c’era il problema nel Movimento – aggiunge – sarebbe stato meglio affrontare tutto in quel momento mettendo in chiaro la strategia M5s: chi non è d’accordo, è pregato di uscire e dare le dimissioni».

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