Ilaria Cucchi: "Aiuterò Bahija ad avere giustizia per Youns, la sua è una battaglia per tutti"
Top

Ilaria Cucchi: "Aiuterò Bahija ad avere giustizia per Youns, la sua è una battaglia per tutti"

La sorella di Stefano ha risposto all'appello della sorella del marocchino ucciso a Voghera dall'assessore alla sicurezza Adriatici

Ilaria Cucchi
Ilaria Cucchi
Preroll

globalist Modifica articolo

29 Luglio 2021 - 19.35


ATF

I casi sono diversi. Stefano Cucchi fu picchiato lontano da occhi indiscreti e solo dopo molti anni la verità è saltata fuori.

Youns è stato ucciso in pubblico, davanti a testimoni e l’autore è agli arresti domiciliari mentre c’è una inchiesta che è subito partita.

Ma è chiaro che si è trattato di due vittime che avevano in comune alcune fragilità e che hanno pagato la loro debolezza con la vita.

 “Sono estremamente vicina alla sorella della vittima e mi piacerebbe dirle che leggendo questo appello e questa voglia di non piegarsi, il pensiero è tornato a me stessa, a 12 anni fa, quando ero sola, quando mi trovavo a sostenere una guerra nell’immaginario di tutti, prima ancora che nelle aule di tribunale.

Penso a me quando mi trovavo a dire che mio fratello Stefano non era un santo né un eroe, ma che non doveva morire”. Così Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, risponde in un’intervista a ‘Repubblica’ all’appello lanciato da Bahija El Boussettaoui che ha chiesto il suo aiuto sulla vicenda del fratello Youns, 39 anni, ucciso a Voghera da Massimo Adriatici, ex assessore comunale alla Sicurezza della Lega.

“Questa vicenda mi ha particolarmente toccata, anche per le modalità in cui si è svolta – aggiunge – Fin da subito ho cercato di capire ma si fa davvero fatica ad immaginare che si possa uccidere una persona così. Sentiremo dire le più svariate cose sulla vittima, me le aspetto. L’operazione per infangarlo è già iniziata, ma mi piacerebbe ricordare a tutti che a prescindere da chi fosse, da quali fossero le sue scelte di vita, nessuno può annientare i diritti di un altro essere umano. È una cosa in cui credo fermamente e non lo dico solo per la mia vicenda personale, per mio fratello. Lo dico perché è una battaglia di civiltà, perché i diritti sono qualcosa su cui non si può scendere a compromessi. Soprattutto sui diritti degli ultimi perché sono i più indifesi. Io mi auguro che la magistratura non faccia sconti a nessuno”.

“Voglio conoscere questa ragazza, incontrarla al più presto e dirle che sono a sua disposizione. Perché questo è quello che ho scelto di fare dopo la morte di mio fratello” conclude Cucchi.

Native

Articoli correlati