Le categorie vaccinate con AstraZeneca chiedono chiarezza alle Regioni
Top

Le categorie vaccinate con AstraZeneca chiedono chiarezza alle Regioni

Gli insegnanti e le forze dell'ordine sono le categorie a cui sono state somministrate praticamente soltanto dosi del siero anglo-svedese

AstraZeneca
AstraZeneca
Preroll

globalist Modifica articolo

6 Aprile 2021 - 13.41


ATF

Le Regioni e alcune categorie vaccinate con AstraZeneca, come insegnanti e forze dell’ordine, sono preoccupate dalle nuove disposizioni che verranno prese dal governo, probabilmente giovedì dopo il parere dell’Ema, sulla limitazione d’uso del vaccino AstraZeneca per età.
C’è il concreto rischio che molte persone già vaccinate con il siero potrebbero non rientrare nella fascia d’età che verrà predisposta per fare il richiamo della seconda dose. Finora si è sentita solo la voce di Pierpaolo Sileri, viceministro alla Salute, il quale ha detto che è “possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia europea dei medicinali Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca”.
Sotto osservazione sono in particolare le donne under55.
D’altro canto Astrazeneca è sospeso per tutti in Olanda, fino al 15 aprile in Norvegia e Danimarca, limitato agli over60 in Germania e agli over55 in Francia.
Ad oggi in Italia è stato somministrato il 54% delle dosi di AstraZeneca (2.218.038 su 4.098.800 consegnate), secondo il database del ministero della Salute, mentre per Moderna la percentuale scende al 50% (658.403
su 1.328.200 consegnate).
Pfizer ha invece una percentuale di somministrazione del 96%, (8.375.625 di dosi su 8.709.480 consegnate). I
n totale in Italia su 14.136.480 dosi dei tre vaccini arrivate ne sono state somministrate 11.252.066, l′80%.
″È urgente che il Governo chiarisca ad horas la utilizzabilità del vaccino AstraZeneca” chiede il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
“Il disastro comunicativo e le decisioni di altri Paesi stanno determinando una situazione di crollo nelle somministrazioni di tale vaccino.
Invitiamo il Governo a decidere subito sulla utilizzabilità di AstraZeneca per evitare blocchi drammatici nelle somministrazioni”.
Questa situazione – sottolinea De Luca – “rende ancora più urgente un pronunciamento dell’autorità di controllo Aifa sul vaccino Sputnik.
E’ interesse dell’Italia non perdere un minuto di tempo. Ogni giorno perduto nella valutazione di questo vaccino è un atto di irresponsabilità verso il Paese”.
Preoccupazione si respira fra i poliziotti.
“Ancora oggi leggiamo le perplessità di autorevoli esponenti della comunità scientifica rispetto all’opportunità di somministrare il vaccino Astrazeneca alle donne al di sotto di una determinata età per il rischio, ancorché raro, di trombosi del seno venoso cerebrale. Non possiamo che esprimere preoccupazione per l’andamento della vaccinazione tra le donne della Polizia di Stato” dice il segretario generale del Coisp Domenico Pianese, chiedendo “al governo e agli enti competenti, di fare al più presto chiarezza, una volta per tutte.
Molte delle nostre agenti si trovano infatti in un limbo, avendo già fatto la prima dose di Astrazeneca e restando nel dubbio rispetto al richiamo”.
Analoga considerazione del sindacato di polizia penitenziaria Sappe: “Se si dovesse decidere che il vaccino Astrazeneca non dovrà più esser inoculato alle donne under 55 potrebbe essere un grande problema.
Tante colleghe si sono già sottoposte alla prima dose e cosa succederebbe? Chiediamo chiarezza, ma soprattutto certezze che questo vaccino non porti a conseguenze”  il segretario generale Donato Capece.
“Vorrei che il Ministero della salute, l’Ema e l’Aifa si mettessero d’accordo e facessero chiarezza una volta per tutte” afferma il coordinatore nazionale della Gillda degli Insegnanti, Rino Di Meglio.
Per Beppe Bagni, presidente Cidi, rappresentante degli insegnanti, è dominante “uno stato d’animo più che la valutazione dei riscontri oggettivi e di carattere scientifico”.
“I casi di decessi – sottolinea Bagni – colpiscono giustamente specialmente se su persone giovani e sane, ma non sono in numero tale da invalidare l’efficacia e quindi la necessità del vaccino.
Ovviamente anche un singolo caso di decesso da vaccino su un milione ha valore, e se avessimo vaccini a disposizione più sicuri dovremmo preferirli, ma se non ci sono in quantità necessaria – conclude – io credo che sia giusto affidarci alle valutazioni scientifiche che reputano il vaccino AstraZeneca efficace e conveniente a livello di comunità”.

Native

Articoli correlati