Muore 22 giorni dopo il vaccino: i familiari presentano una denuncia per omicidio colposo
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Muore 22 giorni dopo il vaccino: i familiari presentano una denuncia per omicidio colposo

Un uomo di 63 anni, custode di un liceo di Napoli, positivo al Covid, è morto all'ospedale Cardarelli. La storia è di difficile lettura

Ospedale Cardarelli di Napoli
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21 Marzo 2021 - 13.45


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Era custode di un liceo di Napoli ed era risultato positivo al Covid: è morto ieri a Napoli, all’ospedale Cardarelli, Ciro Castellano, 63enne.
I familiari hanno presentato una denuncia-querela, in un primo momento per lesioni colpose e, dopo il decesso, per omicidio colposo, nella quale scrivono che “la gravissima situazione clinica” dell’uomo era “originata dalla somministrazione del vaccino Astrazeneca e proseguita con le cure date dal medico di base e dalla riscontrata positività al Covid nell’ospedale Cardarelli”.

L’uomo aveva ricevuto la dose di vaccino lo scorso 26 febbraio nel centro vaccinale della Mostra d’Oltremare, nell’ambito della campagna vaccinale per il personale scolastico.Secondo quanto ricostruito dai familiari, assistiti dall’avvocato Emilio Coppola, Ciro Castellano, dipendente del liceo “Santi Apostoli”, iperteso, negli istanti immediatamente successivi alla somministrazione del vaccino ha avvertito dolori al braccio.

Il 4 marzo, si legge nella denuncia-querela, Castellano ha iniziato ad avere difficoltà respiratorie, sottoponendosi a tampone che ha dato esito negativo.
Nonostante una cura in casa basata su due medicinali prescritti dal medico di base, le condizioni dell’uomo non sono migliorate, situazione che ha spinto nella notte tra il 7 e l’8 marzo i familiari a contattare i sanitari del 118 che lo hanno trasportato al pronto soccorso del Cardarelli.
Qui viene sottoposto a tampone che dà esito negativo, ma, questa la ricostruzione dei familiari, “venne ritenuto non valido e per tale ragione, nella serata dell’8 marzo, venne nuovamente ripetuto il tampone, il quale dava esito positivo”.

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Il 10 marzo, raccontano i familiari, “siamo stati contattati dai medici del reparto che ci informavano che la situazione clinica del nostro congiunto era degenerata e, per tale ragione, venivano costretti a trasferirlo nel reparto di terapia intensiva”.
Il 17 marzo, si legge ancora nella denuncia-querela, ricevono dai medici la notizia “che il quadro clinico appariva irreversibile e proiettato ad esito infausto”.

Gli stessi familiari precisano nella querela che Castellano “prima della somministrazione del vaccino e della conseguente cura godeva di buona salute e non ha mai avuto problemi respiratori”, pertanto, concludono, “nutriamo forti dubbi sulla correttezza delle cure cui è stato sottoposto, soprattutto in considerazione del fatto che era negativo al Covid all’atto di accesso al pronto soccorso”.

 

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