Le vittime di pedofilia in Australia citano il Papa in una causa civile
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Le vittime di pedofilia in Australia citano il Papa in una causa civile

Tre aborigeni sono stati aggrediti dal prete pedofilo Micheal Glannon: sostengono che il Vaticano sapesse tutto ma non abbia intrapreso azioni decisive

Papa Francesco
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28 Novembre 2020 - 09.44


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Caso di pedofilia in Australia, dove Papa Francesco è stato citato in giudizio per una richiesta di risarcimento danni alla Corte Suprema vittoriana da tre aborigeni che sono stati aggrediti sessualmente da giovani dal prete pedofilo Michael Glennon.

Le vittime sostengono che il Vaticano fosse a conoscenza dei suoi crimini contro i bambini, ma non abbia fatto nulla per fermarlo. 

Si tratta del primo caso noto in Australia in cui le vittime di abusi sessuali da parte di preti chiamano in causa il Papa come personalmente responsabile per l’incapacità della chiesa di intraprendere azioni decisive contro i predatori sessuali.

Il Sydney Morning Herald racconta che i tre querelanti, di cui per motivi legali non possono essere fatti i nomi, affermano di aver subito impatti significativi nella loro vita dagli abusi subiti nell’infanzia.

Chiedono quindi un risarcimento danni nei confronti di Papa Francesco, dell’Arcidiocesi di Melbourne e dell’arcivescovo Peter Comensoli per l’inazione dei loro predecessori.

Uno dei preti pedofili condannati per abusi in Australia è Michael Glennon.

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Si tratterebbe, in caso di condanna, della prima volta in cui si punisce l’istituto per la sua incapacità di proteggere i bambini. 

Il reclamo presentato questa settimana metterà alla prova l’impegno pubblico di Papa Francesco nel trattare tutti i casi di abuso clericale con la “massima serietà” e la portata pratica del diritto civile vittoriano in Vaticano.

Angela Sdrinis, l’avvocata che si occupa della causa, ha riferito di essere in attesa della ricezione della notifica da parte del rappresentante della Santa Sede in Australia, il nunzio papale Adolfo Tito Yllana. 

“Si tratta di convincere il Papa e il Vaticano ad accettare la responsabilità”, ha detto al Sydney Morning Herald. “Quale possibile scusa possono avanzare per non aver riportato Glennon allo stato laico?” chiede il legale che aggiunge che l’arcidiocesi di Melbourne aveva ritirato le facoltà di sacerdote dopo la condanna nel 1978, ma solo il Vaticano avrebbe avuto il potere di laicizzarlo.

 

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