Per troppi l'emergenza è passata: i Navigli a Milano pieni di irresponsabili
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Per troppi l'emergenza è passata: i Navigli a Milano pieni di irresponsabili

Massimo Galli, infettivologo del Sacco, molto preoccupato: "Milano è una bomba, i contagi sono molti ma la gente ha capito Fase 2 vuol dire emergenza finita"

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8 Maggio 2020 - 07.24


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“Alcuni hanno interpretato l’ingresso nella Fase 2 come un liberi tutti. È un segnale di grande pericolosità, perché dovrebbe prevalere la cultura della responsabilità per limitare al massimo i danni”.
Massimo Galli, primario infettivologo del Sacco di Milano, è preoccupato, e a vedere le immagini dei Navigli non si può non condividere la sua pena: all’ora dell’aperitivo, tentati dal tramonto primaverile, i milanesi si sono riversati in strada, come se nulla fosse successo. Qualcuno corre, altri chiacchierano bevendo una birra, molti senza mascherina, troppi non rispettano la distanza di sicurezza. E per quanto la voglia di normalità sia comprensibile, questo comportamento è pericoloso ed è paradossale che avvenga proprio a Milano, capoluogo della Regione più colpita dalla prima ondata dell’epidemia. Pur di fare l’aperitivo sono disposti a rischiare una seconda ondata? 

Intanto, proprio a Milano non calano i nuovi casi. Il motivo, secondo Galli, è che “soprattutto in città, le nuove diagnosi riguardano cittadini riusciti finalmente a ottenere un tampone Persone infettate da tempo: avrebbero potuto ottenere un test molto prima”.

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Qual è la situazione del capoluogo lombardo? “Milano è una bomba – dice il professore -perché in tanti sono stati chiusi in casa con la malattia. Abbiamo un numero altissimo di infettati, che ora tornano in circolazione: sono necessari maggiori controlli“.

“La Lombardia, ma anche certe zone del Piemonte o dell’Emilia, rischiano di chiudere” perché, aggiunge Galli, “si è deciso che se qualcosa va storto si torna indietro. Quando il coronavirus gira sotto traccia può infettare tante persone perché cala l’attenzione sulle misure preventive”.

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