A Lampedusa rispolverato il vecchio progetto di un viadotto sul mare: protesta di Legambiente
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A Lampedusa rispolverato il vecchio progetto di un viadotto sul mare: protesta di Legambiente

Un viadotto lungo 133 metri su piloni in calcestruzzo in mezzo al mare, in una delle aree più vincolate di tutta l’isola, e per giunta nei pressi dell’area di interesse archeologico di Cala Salina

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28 Aprile 2020 - 15.52


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Il progetto prevede un viadotto stradale su piloni in calcestruzzo in mezzo al mare. Stiamo parlando di Lampedusa e l’area è quella vincolata di cala Salina. Il “mostro” dovrebbe collegare il porto vecchio con il porto nuovo. L’allarme è di Legambiente che ha chiesto alle autorità di vigilanza sugli atti in materia di lavori pubblici ed alla Procura della Repubblica di Agrigento di verificare la legittimità degli atti.
Legambiente si oppone naturalmente all’insensato progetto promosso dall’amministrazione comunale di Lampedusa. Siccome il tutto appare incredibile, lo ripetiamo: si vorrebbe realizzare all’interno dello specchio marino del porto a Cala Salina (sotto piazza Castello) un viadotto stradale per collegare il Porto vecchio con il Porto nuovo, in un’area sottoposta a molteplici vincoli ambientali e paesaggistici. Un viadotto lungo 133 metri su piloni in calcestruzzo in mezzo al mare, in una delle aree più vincolate di tutta l’isola, e per giunta nei pressi dell’area di interesse archeologico di Cala Salina dove sono presenti le vasche romane di lavorazione del pesce di epoca romana imperiale, tutelate sin dal 1992 e acquisite al demanio regionale.
Il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna dice: “Hanno ripescato un vecchio progetto di 30 anni addietro, nel frattempo il mondo è andato avanti e il sindaco dovrebbe sapere che la tutela dell’area è stata ulteriormente rafforzata con l’adozione del Paino Paesaggistico. Ed anche che è impossibile realizzare un simile viadotto in mezzo al mare”: La demenziale opera si troverebbe all’interno della zona di protezione speciale individuata dal ministero dell’Ambiente e dall’Unione Europea. Per mettere le cose in chiaro, come detto, Legambiente si è rivolta anche alla magistratura, ponendo anche dubbi su altre opere progettate, come quelle delle banchine portuali.

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