Siccità e disastri. In mezzo all’amnesia della politica ci pensano i giovani a rilanciare le tematiche ambientali
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Siccità e disastri. In mezzo all’amnesia della politica ci pensano i giovani a rilanciare le tematiche ambientali

La politica è quasi assente, per questo motivo ci pensa il Fridays for future e il Legambiente a ricordare quanto sia importante la questione ambientale

Siccità e disastri. In mezzo all’amnesia della politica ci pensano i giovani a rilanciare le tematiche ambientali
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20 Settembre 2022 - 16.33 Culture


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di Manuela Ballo
Due mesi fa non facevamo altro che parlare di siccità. Poi sono arrivate le alluvioni e i disastri ambientali come quello drammatico dei giorni scorsi nelle Marche. Per questo sarebbe stato importante che questi argomenti venissero trattati in questo confronto preelettorale che su tutt’ altri argomenti sembra puntare. Un’amnesia collettiva? Solo qualche forza politica ha fatto riferimento a questi temi che sono stati, al di là della cronaca, poi completamente ignorati dagli stessi mass media.

Per fortuna a ricordarcelo e a pensare al clima a cui non pensano gran parte dei politici ci sono i giovani e le associazioni ambientaliste.
Se ci prendessimo cura del pianeta, il pianeta si prenderebbe cura di noi. Questo, lo slogan di un film che ben si adatta al periodo storico che stiamo attraversando e alle varie catastrofi naturali accadute negli ultimi tempi, come quella, più recente, delle Marche.

Potrebbe essere però anche uno slogan che calza a pennello con le richieste che nelle ultime settimane stanno facendo diversi gruppi impegnati per il clima. Tra questi, per l’appunto, il movimento del Fridays for future, da sempre impegnato nella lotta per il pianeta. Ma cosa chiedono questi giovani? E qual è il loro obiettivo. Chiedono un impegno maggiore e un interesse che arrivi in primo luogo dalla classe politica che evidentemente si è poco concentrato sulle questioni ambientali.

E se la politica manca di impegno ci pensano, dunque, i giovani. Non a caso uno dei loro obiettivi ultimi è quello di raccogliere nelle varie città italiane, questo venerdì, in occasione dello sciopero mondiale per il clima, giovani e non che siano attenti a tali questioni per far comprendere come l’impegno sia fondamentale se non si vogliono vedere gli effetti negativi che questa mancanza di interesse causerà a tutto il pianeta. Ci saranno in più di 70 città italiane cortei e manifestazioni per far fronte a questa emergenza.

Il perché di tutto questo? Ce lo spiega in una nota il movimento dicendo come “lo sciopero costituirà anche il culmine del lavoro svolto da Fridays For Future durante la campagna elettorale per portare al centro del dibattito pubblico i temi e le misure necessarie per risolvere la crisi climatica e per garantire supporto alle persone più colpite dagli effetti della crisi energetica”. Non a caso la portavoce del movimento in Italia, Agnese Casadei, sottolinea come il disastro avvenuto nelle Marche pochi giorni fa ci ricorda quali siano le conseguenze di ignorare la crisi climatica e che la possibilità di evitare un aumento catastrofico delle temperature dipende dai prossimi 5 anni, rischiamo che essi vengano sprecati da un Parlamento che non vede la questione climatica come prioritaria.

Una rivendicazione che non può più aspettare e la politica, sottolinea ancora Agnese Casadei, deve sapere che ignorare questo problema non è un’opzione se vuole ottenere il consenso da parte dei cittadini. Deve sapere anche che non agire oggi significa essere complici criminali della crisi più grande della storia dell’uomo”. E non basta votare.

Ad impegnarsi per il clima non è soltanto il Fridays for future, ma anche Legambiente che ha presentato 100 proposte ai partiti a sostegno delle tematiche ambientali. Solo per citarne alcune: l’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili, un tetto ai profitti delle aziende di gas e petrolio e la costruzione di nuovi impianti di energia rinnovabile e di riciclo che permettano di velocizzare e semplificare le procedure. Tra gli obiettivi c’è inoltre quello di passare da produzioni inquinanti a produzioni green. Un sogno apparentemente che con impegno potrebbe tuttavia tradursi in realtà e che consentirebbe di creare fino a 2,6 milioni di nuovi posti di lavoro al 2050.

E se il Fridays for future chiede un maggior impegno ai politici nella lotta al riscaldamento globale, Legambiente vuole che l’Europa prenda la leadership nella lotta alla crisi climatica e in Italia, propone di approvare il Piano nazionale sull’adattamento climatico e i piani paesistici regionali, al momento fermi.
E con l’autunno e l’inverno alle porte la crisi energetica peserà direttamente sulle famiglie e sui cittadini. Proprio per questo sarà indispensabile l’atteggiamento individuale e collettivo del rispetto dell’ambiente. Un’austerità che non farebbe altro che bene ad un pianeta così mal ridotto.

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