I parenti delle vittime del ponte Morandi: "Non parteciperemo all'inaugurazione del nuovo viadotto"
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I parenti delle vittime del ponte Morandi: "Non parteciperemo all'inaugurazione del nuovo viadotto"

Lo ha annunciato in una nota Egle Possetti, portavoce del comitato: "Il nostro cuore ha sempre sperato in un'inaugurazione sobria, pensiamo che i motivi di festeggiamento dovrebbero essere altri".

Lavori per il nuovo viadotto di Genova
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26 Giugno 2020 - 09.58


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No a feste e festeggiamenti. Si tratta pur sempre di una tragedia e non c’è bisogno di alcuna spettacolarizzazione.

II comitato dei parenti delle 43 vittime del crollo di Ponte Morandi non parteciperà alla cerimonia di inaugurazione del nuovo viadotto autostradale sul torrente Polcevera.

Lo ha annunciato in una nota Egle Possetti, portavoce del comitato.
“A seguito dell’assemblea tenutasi ieri sera – si legge nella nota – il nostro comitato ha deciso la posizione ufficiale per l’evento che si terrà nel sito del nuovo ponte alla fine dei lavori. E’ stato complesso riuscire a gestire i sentimenti contrastanti che affollavano la nostra mente, infatti le emozioni che la crescita di questa nuova struttura hanno suscitato in noi sono sempre state molto forti, come potrete immaginare.
 E’ stato molto difficile assistere in questi mesi alle molte cerimonie e come abbiamo sempre sostenuto, per l’origine indegna’ che ha avuto questa costruzione, il nostro cuore e quello di molti cittadini ha sempre sperato in un’inaugurazione sobria, da sempre pensiamo che i motivi di festeggiamento dovrebbero essere altri”.
“Ci siamo mossi con forza – ricordano i familiari delle vittime – quando abbiamo capito che l’evento di inaugurazione avrebbe potuto diventare un evento mediatico di gran festa. Non ci siamo opposti a concerti di musica classica, ma francamente ad un certo punto si era generata una tale confusione nell’informazione che per tutti penso sia stato difficile dipanare la matassa. Per noi purtroppo la ricostruzione del ponte, che dovrebbe unire nuovamente la città, non riuscirà mai a ricostruire quello che abbiamo perso. Il lavoro che è stato fatto è molto, le persone che hanno operato nella ricostruzione meritano il nostro rispetto, ma questo ponte per noi ha un significato ben preciso che ci strazia il cuore”.

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