Il parroco suone le campane a morto contro CasaPound e il sindaco di destra lo attacca
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Il parroco suone le campane a morto contro CasaPound e il sindaco di destra lo attacca

Don Francesco Vanniniha protestato contro la presentazione del libro di Salvini di AltaForte. E il primo cittadino lo ha attaccato

Il libro di AltaForte vicina a CasaPound
Il libro di AltaForte vicina a CasaPound
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19 Maggio 2019 - 16.05


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Da una parte la Chiesa che predica fratellanza, accoglienza e pace. Dall’altra i fascisti e i loro sponsor insituzionali.
E così a La Spezia (un tempo città rossa ma adesso in mano del centro-destra) è scoppiata la polemica e l’attacco degli amici dei fascisti contro don Francesco Vannini, parroco della Chiesa di Nostra Signora della Salute alla Spezia 
“Un sindaco inadeguato e ipocrita si permette di attaccare un sacerdote impegnato nella difesa degli umili e amato da tutta la comunità come don Francesco. Siamo oltre la decenza. Invece di chiedere scusa per lo sfregio dei fascisti alla Mediateca, Peracchini chiama ‘cosiddetto prete’ don Francesco. E gli dà lezioni di Vangelo. Imita Salvini, che brandisce il rosario nei comizi per attaccare il Papa”.
Così i gruppi di opposizione, dal Pd alle liste civiche, commentano il post scritto su Fb dal sindaco della Spezia Pierluigi Peracchini circa la manifestazione di ieri contro la presentazione in una sala pubblica dedicata a un antifascista di un libro edito da Altoforte, vicina a CasaPound e contro il gesto di un parroco che per protesta ha suonato le campane della chiesa a lutto.
“Il sindaco Peracchini definisce ‘cosiddetto prete’ don Francesco. Il ‘cosiddetto sindaco’ non sa cosa significhi fare il sindaco”, e’ la reazione della segretaria provinciale del Pd della Spezia Federica Pecunia. E la deputata del Pd Raffaella Paita sottolinea di “non aver sentito durante la manifestazione di ieri l’auspicio di vedere a testa in giù il sindaco. Avrei condannato queste parole. Peracchini però dovrebbe preoccuparsi delle sue parole e di quelle dei suoi alleati, parole di odio che fomentano violenza nel paese”.
E aggiunge: “Non capisco Peracchini dove avrebbe difeso la costituzione o applicato un regolamento consentendo la presentazione di un libro di un editore neofascista. Semmai aveva il dovere di opporsi alla richiesta di uno spazio pubblico per la presentazione di quel libro”.

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