Il pm di Matteo: "ora serve un pentito di Stato, che faccia chiarezza sulle stragi italiane"
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Il pm di Matteo: "ora serve un pentito di Stato, che faccia chiarezza sulle stragi italiane"

Nino di Matteo: "la sentenza non ci ha colti di sorpresa, ora forse è possibile aprire le indagini su quelle stragi che non furono compiute solo dalla Mafia"

Nino Di Matteo
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22 Aprile 2018 - 14.26


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Nino di Matteo, intervistato a ‘1/2h in più’ sulla trattativa Stato-Mafia ha dichiarato che “i carabinieri non hanno agito da soli. Non abbiamo avuto prove concrete per agire nei confronti dei livelli più alti. Noi riteniamo che i carabinieri siano stati incoraggiati a fare una trattativa. Ho sempre sperato che quei carabinieri avrebbero dato un contributo ulteriore di conoscenza. Il fatto che siano stati condannati solo i carabinieri non significa che il livello politica non fosse a conoscenza o fosse il mandante. Ci vorrebbe un pentito di Stato, qualcuno che appartiene alle istituzioni che faccia chiarezza”.

“La sentenza” ha continuato Di Matteo, “non ci ha colti di sorpresa. È emerso un punto particolarmente importante: nel momento in cui la Mafia compiva le sue stragi, qualcuno nelle istituzioni trattava con i vertici perché finisse lo stragismo. È importante perché può costituire un imput per riaprire le indagini su stragi che probabilmente non furono solo opera di Cosa Nostra”.

“Un elemento di novità” spiega il pm, “è il fatto che la sentenza ritiene che Dell’Utri abbia fatto da cinghia di trasmissione tra mafia e governo anche dopo il periodo della presidenza Berlusconi. Dal processo viene fuori che c’era una parte dello Stato che ha preferito trattare con la mafia e trattare con la mafia non è neutro, ma la rafforza, le dà prestigio”.

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Riguardo un suo ingresso in politica, Di Matteo ha dichiarato: “Ho sempre detto che non vedo nulla di scandaloso se un magistrato con determinati paletti possa dismettere la toga e dare un suo contributo al Paese soprattutto nei settori che conosce sotto un’altra veste, partecipando alla vita politica e accettando incarichi di governo. Credo, però, debba essere regolata meglio la possibilità di tornare in magistratura”. Il magistrato ha ribadito di non aver avuto alcuna richiesta da nessuna forza politica. “Se qualche forza politica manifesta stima per me non posso impedirlo, né me ne vergogno”, ha detto a proposito degli apprezzamenti espressi nei suoi confronti dai 5 Stelle.

 

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