Lega dopo la sparatoria di Sesto: chiudete subito la moschea
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Lega dopo la sparatoria di Sesto: chiudete subito la moschea

Questura: "Non abbiamo elementi per sostenere che la moschea di Sesto San Giovanni contenga terroristi".

Una moschea
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23 Dicembre 2016 - 14.54


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Dopo l’uscita infelice di Calderoli che ieri ha detto di volere una nuova Guantanamo italiana, oggi si accende la polemica sulla moschea di Sesto San Giovanni. Qui, infatti, è stato fermato e ucciso in una sparatoria il tunisino ricercato per la strage di Berlino al mercatino di Natale. Perchè il terrorista era proprio in zona? “Non abbiamo elementi per sostenere che la moschea di Sesto San Giovanni contenga terroristi”. Lo dice la questura dopo la sparatoria alle porte di Milano in cui è stato ucciso Anis Amri, lo stragista islamico di Berlino. Ma ovviamente l’allarme è alto. La Lega cavalca l’onda e chiede la chiusura del luogo di culto islamico. Il Carroccio del municipio 2, guidato dal centrodestra e che già si era distinto sul fronte della denuncia delle “moschee abusive” ma anche sulla costruzione di nuove, lancia una manifestazione a Milano. Sullo sfondo infatti la polemica sulla realizzazione di una nuova moschea che diventerà la più grande della Lombardia.  2400 metri quadrati, dove troveranno spazio, accanto al luogo di preghiera, anche un ristorante, una biblioteca e un giardino. ”La comunità – spiega la sindaca Monica Chittò di Sesto difendendo la comunità – è qui da 20 anni. Io credo che sia meglio pregare alla luce del sole che in altre situazioni”.

La Lega: “A seguito dei numerosi attentati di matrice islamica non possiamo più far finta di niente! Soprattutto dopo che ieri è stato ucciso l’attentatore di Berlino proprio nelle vicinanze di Milano a confine con il Municipio 2. Esigiamo quindi più controlli nei confronti delle comunità islamiche, sia sotto un punto di vista religioso che sotto un punto di vista di attività. Pensare, infatti, all’islam puramente e solamente come una religione sarebbe come non vedere il reale problema”, scrive il capogruppo leghista in zona.
“Il gruppo consiliare Lega Nord”, si legge, “organizza un presidio contro uno dei luoghi mappati dalla giunta precisamente quello di via San Mamete 76, in quanto nelle ultime settimane i cittadini si sono lamentati del rumore provocato durante lo svolgersi della preghiera islamica e chiedono ragguagli riguardo le norme di sicurezza del locale adibito a luogo di culto. Dopo aver fatto ricerche e sopralluoghi possiamo affermare che la palazzina di via San Mamete 76 non ha le caratteristiche e non è dotata di misure di sicurezza idonee per fungere da luogo di ritrovo quindi, anche per la preghiera”.
Critiche sono rivolte alla giunta di Palazzo Marino per “l’atteggiamento lassista e permissivo” che “non ha fatto altro che promuovere ed incrementare il degrado e l’insicurezza” con richiesta “di garantire la sicurezza dei cittadini in questo clima di imminente attentato terroristico”.

La risposta del sindaco. Assolutamente sbagliato associare l’attentatore di Berlino alla Moschea di Sesto San Giovanni”. Non ha dubbi Monica Chittò, sindaco di Sesto San Giovanni nel respingere con forza qualsiasi associazione tra l’uccisione di Anis Amri e la presenza del luogo di preghiera. ”Queste persone pregano. Cosa facciamo la politica del sottoscala? Le cose – dice all’Adnkronos – vanno governate”

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