È morto Paolo Onofri, padre del piccolo Tommy
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È morto Paolo Onofri, padre del piccolo Tommy

Il bimbo è stato rapito e ucciso nel 2006. L'uomo era stato colpito da un attacco cardiaco l'11 agosto del 2008 e da allora non aveva più ripreso conoscenza.

È morto Paolo Onofri, padre del piccolo Tommy
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15 Gennaio 2014 - 10.51


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Colpito da un attacco cardiaco l’11 agosto del 2008, da allora non aveva più ripreso conoscenza. È morto Paolo Onofri, papà del piccolo Tommy, il bambino rapito ed ucciso a Casalbaroncolo, in provincia di Parma, il 2 marzo 2006. La morte ha raggiunto l’uomo nella clinica privata di Fontanellato dove era ricoverato da tempo.

Nei giorni successivi al rapimento, di Onofri si è detto di tutto: è passato dall’essere un padre in pena per il figlio a interrogato come un malvivente, per ore e ore. E poi le dicerie sulle piste sataniche, le accuse di pedopornografia. Gli inquirenti hanno scavato nel suo passato cercando ovunque.

Tutte le accuse del mondo, però, non hanno mai riportato a casa il piccolo Tommaso, che allora aveva solo 17 mesi, rapito da due delinquenti a viso coperto che si erano introdotti nell’abitazione di Casalbaroncolo simulando una rapina. Onofri era un uomo grande e grosso, ma quella notte era stato immobilizzato mani e piedi. Quella pistola puntata in faccia lo ha bloccato e non ha potuto salvare il suo piccolo. Quando i due rapitori sono usciti ha provato a inseguirli ma ha trovato solo il buio della notte. Poi sono venuti i giorni delle ricerche, interminabili, angosciose. Ore, giorni passati vicino al telefono aspettando notizie del piccolo Tommy. Ma mai un segno, mai nulla.

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Solo 29 terribili giorni dopo, la sera del primo aprile 2006 Mario Alessi ha confessato dopo che il complice Salvatore Raimondi è stato incastrato per un impronta digitale lasciata sul nastro adesivo per immobilizzare la famiglia Onofri al momento del rapimento. Il bimbo era là, nel greto dell’Enza. Il corpo è stato abbandonato sotto un mucchio di paglia e sterco, con il viso del bimbo ricoperto di fango. Per il rapimento sono stati condannati Mario Alessi (ergastolo), la sua convivente Antonella Conserva (24 anni) e Salvatore Raimondi (20 anni).

La vita di Onofri è stata rivoltata come un guanto più e più volte, ma non ha mai voluto mancare nemmeno a un’udienza fino alla fine quando ha potuto guardare in faccia il carnefice. Ha cominciato a piangere alla parola “ergastolo” rivolta dalla presidente della Corte a Mario Alessi, riconosciuto colpevole del sequestro e dell’uccisione.

I casi della vita. I due si conoscevano già: Alessi aveva eseguito alcuni lavori come muratore nell’abitazione degli Onofri di Casalbaroncolo. Proprio Paolo Onofri aveva pagato il manovale in anticipo perché il piccolo Giuseppe, il figlio di Alessi, aveva avuto qualche problema, aveva bisogno di visite e la famiglia non se la passava certo bene, non se le poteva permettere. E poi l’atroce gesto: uccidere il piccolo di 17 mesi.

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Il destino a volte è beffardo. Paolo Onofri da lungo tempo viveva in stato vegetativo in un letto di una casa di cura della provincia, a Fontanellato, in seguito a un infarto che l’aveva colpito nel 2008. Questa notte lo ha raggiunto la morte.

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