Rezza: "La variante Kraken non ci deve spaventare, è inutile chiudere alla Cina"
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Rezza: "La variante Kraken non ci deve spaventare, è inutile chiudere alla Cina"

A precisarlo è Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, che in un'intervista spiega perché la variante di Sars-CoV-2 battezzata Kraken sui social non deve spaventare

Rezza: "La variante Kraken non ci deve spaventare, è inutile chiudere alla Cina"
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12 Gennaio 2023 - 11.20


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A vedere le immagini che arrivano dalla Cina, «in effetti sembra di essere tornati alla Wuhan del 2020. Ma di fatto la situazione è molto diversa sia lì che da noi». A precisarlo è Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Prevenzione del ministero della Salute, che in un’intervista a `La Stampa´ spiega perché la variante di Sars-CoV-2 battezzata Kraken sui social non deve spaventare, pur ribadendo l’importanza di fare i richiami vaccinali. Quanto alla Cina, alle prese con un’esplosione di contagi Covid, l’esperto evidenzia che nel gigante asiatico «circolano molti diversi lignaggi di Omicron che dal punto di vista clinico sono molto meno insidiosi, ma hanno un alto livello di contagiosità. E poiché le autorità cinesi hanno deciso di allentare da un momento all’altro le misure di contenimento, ecco che il virus ha generato moltissimi casi in poco tempo. E’ chiaro che, su una grande quantità di infetti, in numeri assoluti i casi gravi sono comunque molti».

Ma «in un mondo globalizzato come il nostro – sottolinea Rezza – è impossibile riuscire a fermare un virus e le sue sottovarianti. Anche in Cina, nonostante alle persone in arrivo fosse imposta una quarantena rigidissima, alla fine Omicron è entrata lo stesso. Ma con i test agli sbarchi e in partenza riusciamo sicuramente a ridurne l’impatto. Infatti, se i primi giorni avevamo un 50% di contagiati rilevati all’arrivo, poi si è scesi al 20 e ora siamo a uno, due passeggeri per vettore. Quindi i controlli stanno funzionando ed è inutile pensare di imporre delle chiusure», osserva l’infettivologo. L’emergere di una nuova variante «non si può escludere a priori – puntualizza – ma non è affatto detto che alla fine emergano varianti immunoevasive e più letali». In Cina, tra l’altro, dove la quota di immunizzati era bassa, «il virus non viene ostacolato dalle difese immunitarie e corre liberamente. Non ha questa necessità di dover mutare così tanto per sfuggire alle difese immunitarie. Il che ci fa ben sperare circa la possibilità che, pur continuando a modificarsi, non lo faccia a tal punto da poter generare forme più gravi di malattia o da aggirare le difese vaccinali, ancora perfettamente valide contro il pericolo di ospedalizzazione».
Resta in ogni caso «importante» che «si facciano i sequenziamenti nei Paesi di approdo dalla Cina», rimarca Rezza. Quanto all’Italia, la sorveglianza virologica è attiva e, assicura, «se dovesse spuntare una nuova variante può sfuggire la prima settimana, non la seconda».

Tornando a Kraken, «essendo molto immunoevasiva, non è detto che vaccinandosi ci si protegga dal contagio, ma quella che permane è un’ampia protezione, tra l’80 e il 90%, rispetto al rischio di sviluppare forme gravi di malattia», tranquillizza Rezza. Che XBB.1.5 «non sia maggiormente aggressiva da un punto di vista clinico – rileva – lo conferma l’andamento dei numerosi casi in Usa e Gran Bretagna. Per questo dico: non spaventiamoci inutilmente, ma facciamo i richiami se non li abbiamo ancora fatti».
In Italia al momento «non vediamo sottolignaggi in grado di far impennare in misura preoccupante i casi». Ma, conclude l’esperto, se ci fosse una ripresa forte «restano le raccomandazioni già diffuse con la nostra circolare rivolte ad anziani e fragili, che farebbero bene ad indossare le mascherine e ad evitare luoghi affollati. Soprattutto al chiuso. Non vedo all’orizzonte il bisogno di limitare le capienze di cinema, bar e ristoranti. L’era degli obblighi, anche grazie ai vaccini, è finita».

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